Il successo per me, per me, è libertà. E non una libertà che mi deve essere data, ma una libertà che si guadagna con la maestria.
Suonando il pianoforte, ad esempio, se mi dicessi di suonare un pezzo semplice tipo ‘Tanti auguri a te’, non avrei la minima idea di cosa fare. Ma se me lo mostrassi, potrei suonare Tanti auguri a te con il tema e gli accordi, dato il mio livello di competenza che è molto basso.
Ma poi viene un pianista jazz tra i migliori al mondo… non so, Keith Jarrett.. e lo si fa suonare Tanti auguri.
Ha tutta la libertà del mondo… sostituisce gli accordi, cambia la melodia… la rende più complessa e poi più semplice… lo trasforma in un pezzo totalmente nuovo perché capisce i fondamenti. È padrone nel suo dominio di competenza.
E la sua libertà è il risultato della maestria del suo strumento.
La fine dei guru
Ciao,
molto tempo fa ho frequentato – anche per vedere cosa c’era nel settore – alcuni seminari di guru vari dello sviluppo personale.
Negli USA, a Londra e in Danimarca.
E una delle cose che mi hanno sempre colpito di questo tipo di cose è che a portare testimonianze dell’effetto del corso c’erano sempre persone con storie ‘tragiche’ alle spalle.
Che ovviamente proprio perché sono in situazioni tragiche hanno deciso di investire i loro ultimi soldi ‘nel corso che cambierà la loro vita’.
Ho sempre pensato che molto spesso questo tipo di corsi a prevalenza di motivazione e carboni ardenti assomigliano più alla circonvenzione di incapaci che alla formazione.
Non perché le tragedie non esistano e quelle persone non ci si trovino.
Ma perché quando le persone sono in quello che chiamo uno ‘stato inibitorio’ fanno azioni basate sulla loro reazione limbica alla paura e a quello che non vogliono.
E se incontrano il ‘guru furbo’ che sa come approfittarne fanno scelte che alla fine le portano in una posizione ancora peggiore.
Nel gruppo trovi tantissimi post di ringraziamento di persone che hanno sperimentato cambiamenti importanti grazie al lavoro che faccio. Ma noterai anche che nessuno di loro ha un tono tragico del tipo ‘ero disperato e adesso ho visto la luce’.
E non perché qualcuno non fosse in situazioni difficili, ma perché nel ReSonance l’attenzione non è mai sul pezzo che non funziona e c’è un enorme rispetto e incoraggiamento per la persona ad operare sulla base di quello che ‘funziona già’ e non sul problema.
Adesso.
Voglio permettere ad un maggior numero di persone possibile di sperimentare il ReSonance prima dell’intensivo di luglio a Verona.
E per questo motivo ho creato il ReSonance Start del 5 giugno, una giornata dal vivo di VERO corso e di vero lavoro su di te. Idealmente impari la ‘posizione generativa’ te la porti a casa e inizi ad usarla per produrre più risultati da subito.
E poi oggi – dopo un breve periodo di pre-lancio – apre il mio programma totalmente online che dura 12 mesi e che ha un costo davvero ‘facile’ perché idealmente mi piacerebbe fosse accessibile a TUTTE le persone del gruppo.
Il costo di Crescita Consapevole si avvicina più a qualcosa di puramente simbolico che ad una quota di iscrizione.
Degli effetti del ReSonance sulle persone leggi le testimonianze nel gruppo spesso.
Ecco… se fai queste due cose: vieni a Verona ed entri in Crescita Consapevole nei prossimi mesi vedrai anche tu cambiamenti enormi.
Senza tragedie 🙂
Simone
Attesa passiva e attesa attiva

Le persone hanno diversi modi di aspettare.
Alcuni aspettano in maniera passiva. Altri attendono in maniera attiva.
Questi due approcci sono tanto diversi quanto sono diversi i risultati che generano.
L’attesa passiva è aspettare che il mondo ti dia quello che vuoi. Molte persone vivono la loro vita nell’attesa passiva.
Invece di fare qualcosa per avere la promozione al lavoro, si aspettano che gli piova dal cielo.
Invece di fare qualcosa per mettersi con la persona che gli piace, si siedono e aspettano di essere corteggiati da qualcuno. Questo è operare a livello ‘attesa passiva’.
L’attesa attiva è diversa. L’attesa attiva richiede azione e INTENZIONE, anche senza che ci siano risultati apparenti.
Attesa attiva significa non solo fare domanda per la promozione, ma prendersi il tempo per costruire le competenze necessarie a mettersi nella posizione migliore per avere successo.
Attesa attiva significa iniziare a FARE, a scrivere il libro, a provarci.
Ma soprattutto attesa attiva è SAPER SOSTENERE LA TENSIONE di volere qualcosa e non averlo ancora, e portarci l’attenzione in maniera generativa.
Cosa vuoi?
Ecco, c’è (quasi) sempre un’azione che puoi fare per migliorare le probabilità che tu lo ottenga.
Inizia da qui: www.crescitaconsapevole.com
Felicità

Una delle cose che dico sempre nel corso è che non vale quasi mai la pena di parlare di felicità, perché nel momento in cui trasformi la felicità in un obiettivo non è più raggiungibile.
In altre parole, la felicità non è qualcosa che è possibile avere come obiettivo.
(nel corso capirai anche che lavorare per obiettivi è il modo meno efficace di ottenere risultati, per come siamo fatti e per come siamo strutturati a livello neurologico).
La felicità non è qualcosa che puoi mettere da qualche parte e per cui puoi superare le barriere per raggiungerla.
E di conseguenza è un argomento difficile di cui parlare.
La cosa di cui penso ha senso parlare invece è all’altra estremità del dominio, e cioè di quello che ti impedisce di realizzare la felicità.
Le barriere alla realizzazione della felicità sono un sacco di cose toste. E sono le cose di cui quasi nessuno parla perché pochissimi di noi sono disposti ad affrontarle e a prendersi il tempo per capirle.
Anche una persona realizzata e centrata si sveglia al mattino sapendo che a volte avrà una giornata di merda – e magari starà male – specialmente se quell’essere centrato e realizzato ha mangiato troppa peperonata la sera prima.
Se stabilisci uno standard, se dici che affinché la vita sia veramente buona, deve essere così e così e così… e lo standard che ti sei prefissato non è fisicamente raggiungibile, allora quello che hai fatto è creare uno standard che rende la felicità assolutamente impossibile.
Non fa alcuna differenza quanto sei centrato o in ‘posizione generativa’.
Se hai un corpo questo risponde alle sostanze chimiche che ingerisci. E forse alle sostanze chimiche nell’aria e forse alle sostanze chimiche in qualsiasi cosa stia succedendo nella tua vita.
La gente normalmente ha l’idea che le persone di successo (qualsiasi cosa intendano per successo) non abbiano mai giornate di merda.
Se hai questa idea hai un falso standard con cui misurare la qualità della tua vita. E una delle cose che possono impedirti di essere felice, in modo molto sicuro, sono i falsi standard.
Se ti sei costruito una serie di nozioni su un modo in cui dovresti essere e che non è possibile essere, semplicemente perché non è reale, allora questo modo esiste solo nella tua mente. E questo è un modo per assicurarsi di essere infelici.
E la verità è che puoi modificare il tuo stato in uno stato di felicità, semplicemente scegliendo di essere disposto a far funziona le cose nonostante siano così come sono e POI a trasformarle da lì.
Perché altrimenti ti sei dato qualcosa da realizzare che è irrealizzabile e soprattutto che è ESTERNO da te.
E non puoi realizzare un’illusione. L’unica cosa che puoi fare con le illusioni è illuderle o disilluderle.
Ogni volta che ti esprimi in termini di ‘quando questa cosa sarà presente nella mia vita allora sarò felice/contento/a posto’ ti stai illudendo ma questa illusione non puoi cambiarla a livello puramente mentale o razionale.
Non funziona così.
È qualcosa che razionalmente puoi anche accettare ma ci sarà sempre una parte del tuo cervello che farà dipende la tua soddisfazione da un pezzo che ancora manca e che in questo momento è all’esterno di te.
Il fatto è che questa illusione è qualcosa per cui siamo progettati e si basa su neurotrasmettitori.
È l’inganno della progettista che ci ha fatto evolvere così e che ha creato il meccanismo dopaminico per farci muovere e agire per ottenere cose facendoci credere che quando le avremo saremo felici.
È un meccanismo che funziona a livello evolutivo certo. Su questa base cresciamo, ci riproduciamo, costruiamo cattedrali e grattacieli e creiamo ricchezza A LIVELLO GLOBALE.
Ma è un meccanismo che funziona a livello globale, ma crea individui sempre più frustrati che una volta raggiunto il singolo obiettivo ne hanno subito uno più grande, e uno più grande e uno più grande ancora.
E soprattutto è un meccanismo che non permette agli individui di accedere a tutte le loro risorse mentali e fisiche e di operare ad un ALTO LIVELLO DI PERFORMANCE.
Non gli consente di prendere le migliori decisioni, le migliori strategie.
E non gli consente di utilizzare tutto il proprio potenziale.
Il meccanismo con cui questo avviene è la maggior parte di noi è che abbiamo creato qualche tipo di illusione con cui misura la qualità della nostra vita, e quando misuri la qualità della tua vita con un’illusione, allora la tua vita è eternamente infelice, o almeno non è veramente felice.
La felicità non è qualcosa che arriva al termine di un percorsi. Non si insinua lentamente. È qualcosa che accade in un istante quando passi da una posizione inibitoria ad una posizione generativa, e questo processo avviene a livello mentale E somatico allo stesso tempo.
E la verità della questione è che puoi cambiare il tuo stato in uno stato di felicità, semplicemente scegliendo entrare in una posizione generativa, una volta che sai come fare.
E poi da lì generare le tue migliori performance e andarti a prendere tutto quello che vuoi utilizzando tutte le tue capacità.
La felicità non è alla fine del percorso. La felicità è all’inizio del percorso.
Vorrei davvero che tu capissi questo, ed in effetti una volta che lo sperimenti E MOLTO SEMPLICE.
È la capacità di guardare ciò che è per ciò che è. Ed essere capaci a portare l’attenzione su ciò che vuoi e UTILIZZARE ciò che è presente – non altro – come mezzo per arrivare dove vuoi. Ma mentre HAI GIÁ TUTTO quello che serve.
Adesso… potrebbero volerci alcuni giorni o anni per passare attraverso tutto questo processo in maniera spontanea, anche se pratichi discipline evolutive. Per qualcuno questa cosa spontaneamente non avverrà mai.
Il ReSonance è solo un processo un po’ più veloce e sicuro di ottenere questo risultato, e di entrare in posizione generativa.
Ci vediamo nel corso, con chi vuole intraprendere questo processo:
www.coachingclub.it
IMPARA A FAR VOLARE UN BOEING CON IL NOSTRO CORSO

L’industria della crescita personale è il territorio perfetto della fuffa.
Per tanti motivi, ma uno più forte degli altri: nello sviluppo personale le persone tendono a non stabilire delle metriche con cui possono misurare i risultati ottenuti e di conseguenza tendono a considerare invece più ‘quanto si sono divertiti al corso’ o ‘quanto è carismatico il formatore’ o ‘quanto è certificato il corso che hanno fatto’.
Sul tema delle certificazioni di Coaching soprattutto ho portato l’attenzione spesso…
Non esistono ‘certificazioni’ in questo mondo, ne albi ne bollini o diplomi o associazioni o federazioni internazionali o interplanetarie che abbiano un valore specifico superiore ad un altro.
Esistono competenze e tecnologie migliori di altre e trainer che hanno voglia di trasferirvele oppure no.
Solo che siccome le persone in un mercato così complesso cercano certezze, la cosa si presta a manipolazioni non indifferenti…
In questi anni ho visto affermazioni di ogni tipo…
‘questo è l’unico corso di coaching universitario’
‘questo corso ti darà le competenze dei Marines’
(questi due li ha tirati fuori lo stesso personaggio, passando dal primo al secondo quando ha visto che la narrativa ‘universitaria’ iniziava a funzionare meno)
‘questo è l’unico corso di Coaching accettato nelle aziende’
‘la nostra federazione è l’unica che ti da il permesso di lavorare come Coach’
e così via.
Ovviamente nessuna di queste affermazioni è vera.
Addirittura ultimamente ho visto una associazione di studenti che opera all’interno di una università prestigiosa che inizia per la lettera B… 🙂
usarne il nome per promuovere un corso di Coaching che niente ha a che vedere con l’istituzione a cui si richiama.
Per capirci … è come se l’associazione passeggeri dei piloti Alitalia creata da un appassionato viaggiatore iniziasse a tenere corsi per far volare un Boeing 747
Insomma… il Coaching un po’ si presta alla fuffa.
Il mio consiglio per scegliere è sempre di documentarsi oltre le apparenze e i proclami facili.
E di guardare non a quanto è ‘figa’ a parole la scuola o il formatore che state osservando… ma ai RISULTATI che stanno ottenendo i suoi studenti.
Insomma, vale il detto Il maestro si vede dall’allievo.
Cosa sono riusciti a cambiare gli studenti di quella scuola a un anno dal corso?
Sono ancora nello stesso posto di prima? Hanno gli stessi problemi di prima? Hanno cambiato qualcosa di misurabile nella loro vita?
Perché lo scopo ultimo di una esperienza come frequentare un corso di Coaching è questa: cambiare e imparare a cambiare persone, team e sistemi di persone.
Non prendere un ‘certificato’ identico a tutti gli altri creato con Photoshop.
E… come sempre occhio.
Wishful thinking
Parte del lavoro che facciamo nel ReSonance, e che è iniziato circa 8 anni fa, è quello di avvicinare le nostre convinzioni alla realtà – nel senso di rendere la realtà un po’ più simile a quello che siamo convinti di poter fare.
Per farlo spesso dobbiamo superare alcuni bias tipici in questo tipo di situazioni.
Uno è quello dell’eccesso di fiducia in noi stessi.
Un altro è quello del ‘pensiero speranzoso’, il processo mentale per cui si tende a crearsi convincimenti e prendere decisioni facendosi dirigere da ciò che più è piacevole per noi, invece di basarsi su indizi reali.
Il terzo bias spesso è quello di pensare di aver corretto i primi due, quando in realtà non abbiamo fatto nulla per superarli.
