Qualcuno di voi che mi conosce di persona sa che suono la chitarra.
La suono in un range che va da benino a malino, a seconda di quanto mi esercito (in questo periodo poco) e dal genere musicale. La mia passione comunque è il jazz.
Sono una pippa, capiamoci, ma mi diverto nel tempo libero, e ultimamente sto provando un po’ di insegnanti sia online che dal vivo per migliorare.
Oggi sono andato da Claudio, un mio concittadino (quando non abito a Milano) e jazzista di prima fascia.
Lui è davvero MOLTO talentuoso. Per dirti… ha vinto le Clinics di Umbria Jazz da ragazzo e uno dei migliori jazzisti americani gli aveva proposto di andare negli USA a studiare con lui.
Quindi oggi vado a fare la prima lezione con Claudio, e appena seduto e imbracciato la chitarra inizia a sciorinare cose complicatissime per me (e semplici per lui).
Per tutta l’ora “me le ha suonate”, letteralmente.
Qualcosa ho colto, qualcosa ho fatto, anche se mi sono sentito frustrato davanti a lui.
Per buona parte della lezione mi sono sentito sovraccaricato di informazioni perché andava troppo veloce, faceva troppe scale e arpeggi, parlava di sostituzioni armoniche che non riuscivo a comprendere al volo.
Mi sembrava che nella mia testa non entrasse niente.
Frustrazione al massimo. Frustrazione vera.
Però.
Tornato a casa e superata un po’ la sensazione di aver fatto una figuraccia… dopo un paio d’ore ho preso lo strumento e… SUONAVO MEGLIO.
Mi venivano frasi che non avevo mai fatto prima, la mano facava movimenti nuovi, le orecchie sentivano cose diverse.
Qualcosa delle cose che l’insegnante aveva fatto effettivamente in qualche modo mi era rimasta “attaccata alle dita” anche se in quel momento davanti a lui pensavo di no.
Strana sensazione davvero. Miglioramento avvenuto + sensazione di frustrazione.
Perché ti dico questo?
Perché a volte l’apprendimento funziona in modi diversi da come pensiamo, e da come ci piacerebbe.
A volte serve capire linearmente le cose. Il libro, l’esempio passo per passo, uno che te spiega alla tua velocità e te le rispiega fino a quando non hai colto tutto per filo e per segno.
Ci sta, ed è gradevole quando è così. Ma non è detto che sia l’unico modo.
A volte serve sovraccaricare il nostro sistema cognitivo di informazioni perché succeda la magia del salto di qualità.
Migliori quando sei in grado di sostenere un po’ di frustrazione.
Funziona così in ogni ambito, ogni volta che devi imparare qualcosa.
Nel corso di Coaching ReSonance ti insegnerò a lavorare con i clienti in tutti e due i modi:
- Linearmente per darti la sensazione di progresso e di miglioramento, e di controllo
- Non linearmente per superare la soglia puramente razionale dell’apprendimento e farti andare un po’ oltre i tuoi limiti
Ti assicuro che queste due modalità, unite in questo modo, ti faranno progredire molto più velocemente verso il TUO miglioramento, e capirai anche come usare questa metodologia quando lavorerai con i tuoi clienti / coachee / team / collaboratori.
Ci vediamo alla prossima edizione a Manerba.
P.S. Visto che abbiamo parlato di musica mentre ti iscrivi al corso 😉 metti sotto il pezzo su cui abbiamo lavorato oggi.
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