Se stai pensando ad intraprendere un percorso di trasformazione personale e di Coaching, la più grande difficoltà è proprio quella di comprendere il valore di ciò che trovi in rete e quali criteri utilizzare per la tua scelta.
Esistono decine di approcci diversi al Coaching. E centinaia di scuole e formatori, a volte competenti a volte improvvisati, che pretendono di fare Coaching o insegnarti a fare Coaching. Come puoi scegliere evitando di buttare i tuoi soldi ma soprattutto il tuo tempo?
Qui sotto voglio darti 4 parametri da tenere presente quando scegli un corso di Coaching o un Coach, e che secondo me aumenteranno enormemente la possibilità di fare una scelta di valore – e per valore intendo non solo il rapporto qualità-prezzo ma anzi la capacità di aumentare i risultati che ottieni attraverso il Coaching.
1. LA CERTIFICAZIONE
Dal momento che il Coaching è una attività autoregolata non organizzata in ordini professionali, non esistono (fortunatamente) albi di Coach. In realtà l’albo è il residuo delle corporazioni: in Europa non esistono albi professionali ed in Italia pur non offrendo una garanzia di qualità del servizio sono spesso causa di inefficienze di mercato, e maggiori costi per i consumatori.
D’altra parte chiunque può alzarsi la mattina e dire di essere un Coach. E se anche esistesse una certificazione ufficiale potrebbe ‘certificare’ molto perché il Coaching è una attività la cui qualità è difficilmente misurabile ex-ante: serve vedere i risultati effettivi che genera per le persone.
Per questo la certificazioni di Coaching collegata ad associazioni di Coach non hanno senso: certificano criteri esteriori ex ante ma non risultati concreti ex post. È come giudicare una torta guardandola da fuori la vetrina senza poterla assaggiare.
Insomma chiunque può fare Coaching…
Chiunque può aprire una associazione di Coaching che certifica chi paga la quota di adesione.
Chiunque può provare a convincerti che lui è il più figo, il più bravo sulla base di fantomatiche certificazioni autoproclamate o anni di lavoro millantati.
La verità è che in questo settore non esistono ‘certificazioni’ con un valore reale e legale. E tantomeno che certifichino la ‘competenza’.
2. LA COERENZA DEL TRAINER
Cerca di capire chi è davvero quella persona, al di là di quello che dice o fa.
- Ti propone un corso di Coaching innovativo a parole e poi le foto sul sito mostrano un gruppo di 40enni in giacca e cravatta che fanno ‘il trenino motivazionale’ come un gruppo di mariti in libera uscita che la notte di Capodanno cantano ‘Meu amigo Charlie Brown’?
- Vuole insegnare la consapevolezza e quando parla ti trasmette l’idea che è rigido e poco spontaneo e sembra sempre che stia recitando un personaggio?
- Vuole insegnarti a fare più soldi e vive a casa con la mamma perché non può permettersi di andare a vivere da solo?
- Si proclama un guru dell’autenticità in grado di farti ottenere risultati sulla misura della persona che davvero sei e poi due righe dopo ti parla della trita e ritrita “motivazione”, degli “obiettivi”, di “allontanare i pensieri negativi”, di “aumentare la motivazione” oppure insegna qualsiasi cosa dal benessere fisico, a quello finanziario, a quello relazionale?
Qui c’è poca sostanza, ed è probabile che ti trovi davanti ad una persona che in aula ti riproporrà sempre le stesse chiacchiere fumose che non funzionano.
Perché il lavoro fatto sull’autenticità ed il senso di direzione nulla ha a che fare con le tecniche anni 80 volte a far credere alla persone che tutto è possibile invece che a guidarle in un percorso di consapevolezza.
Cosa insegnava 2 anni fa questa persona? E 5 anni fa? E 10 anni fa? Diceva cose totalmente diverse da quello che ti insegna ora? E’ coerente in tutti i ‘pezzi’ della sua comunicazione o quello che scrive e dice sembra un collage di storie diverse messe insieme solo per tirare un colpo al cerchio ed uno alla botte?
La coerenza è TUTTO nella formazione.
Le persone possono insegnare solo quello che SONO e la trasformazione viene da questo non dal tipo di trucchetto o di tecnica che insegnano. Il fatto è che è semplice scrivere la pagina di vendita di un corso. E scegliere un posizionamento che si rivolga a delle persone o ad altre sulla base di come tira il vento e di cosa ‘vende’ di più in quel momento.
E c’è una differenza sostanziale fra il lavorare sulla trasformazione o sul cambiamento, fra il cercare di “pompare le persone” con la motivazione oppure farle evolvere scegliendo una direzione…
Implica usare ‘tecnologie’ diverse e fare un lavoro con le persone totalmente diversi che non puoi improvvisare nel tempo di cambiare di abito con cui presentarti al pubblico.
Perché al di là del marketing o delle parole richiede una sensibilità che si costruisce in anni, e non nel tempo di scegliere (o di farsi scegliere da qualcun altro) un posizionamento di marketing.
3. NUMERI OCEANICI
C’è poco da fare. Per quanto il trainer sia bravo e coinvolgente, se sei in aula con 700 persone è difficile che riuscirai ad apprendere qualcosa che vada oltre quello che puoi imparare in un libro. A questo punto risparmia i tuoi soldi.
So che è bello stare insieme a tante persone in un aula perché c’è anche l’effetto folla che emotivamente può esaltare. Ma appunto l’emozione e la motivazione del momento così come si comprano con poco, durano anche poco. Lavorare sulla parte trasformativa richiede un gruppo di persone più piccolo, dove il trainer può lavorare con te direttamente ed osservarti nelle giornate di corso, facendo un “lavoro su misura” ed insegnandoti a lavorare con le persone ad uno ad uno, perché all’inizio della tua eventuale attività di Coaching ti sarà chiesto di saper affrontare le questione poste da un individuo e non di una folla di 700 persone.
4. CHI SONO I “COMPARI” DEL TRAINER
In questo settore del Coaching c’è un po’ di tutto. La persona valida e l’improvvisato. A volte alcuni usano la strategie di ‘fare gruppo’ e di organizzare eventi simili a lunghi spot pubblicitari dove a fronte di un corso di entrata basso ognuno va lì e presenta le proprie merci ed i propri corsi. Strategia ottima.
Ma per capire il valore della persona a cui stai affidando i tuoi soldi ed il tuo tempo, è molto importante anche valutare chi si sta associando il tuo futuro trainer.
A chi sta mettendo vicino la sua faccia? Lo sta facendo per opportunità o perché crede davvero che il suo partner temporaneo sia davvero un complemento al suo lavoro che può aggiungere valore al TUO apprendimento?
Fa parte di una cricca di sedicenti “più fighi del mondo, noi abbiamo la verità e gli altri sbagliano” oppure opera da solo o in collaborazione con altre persone serie che hanno anni di esperienza e dimostrata efficacia alle spalle, con abilità complementari alle sue?
Ecco secondo me queste sono le cose che devi guardare prima di scegliere un corso di Coaching.
Se le hai trovate sensate e le condividi, adesso ti invito ad approfondire leggendo qualche articolo sul sito (li trovi nel menu in alto alla voce ‘Articoli’), e – una volta che avrai capito chi sono e come lavoro, a chiedere qualche informazione in più sui corsi che terrò prossimamente compilando il form qui sotto.
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