Il 12 e 13 marzo a Roma ed il 19 e 20 marzo a Milano terrò un nuovo modulo del percorso di Coaching ReSonance, al termine del quale otterrai il diploma di Coaching.
Questo modulo si chiama Riconoscere gli Schemi, ed è essenziale per imparare a generare performance per le persone e per te stesso.
Ma, ancora più importante del ‘diploma’ è il contenuto di questo modulo.
E ti consiglio di leggere con attenzione questa mail, perché contiene informazioni importanti.
Perché ogni giorno sei immerso in un mare di ‘dati purissimi’ che le persone intorno a te…
i tuoi collaboratori
i tuoi clienti
i tuoi familiari
ti inviano.
E non te li inviano usando le parole. E neanche attraverso quello che viene comunemente detto ‘il linguaggio del corpo’.
Ma te li inviano tramite un mix di queste due cose che nel mio modello va sotto il nome di ‘narrazioni somatiche’.
Una narrazione somatica è come una persona si organizza internamente per essere in un certo modo nel tempo e nello spazio, e questo determina quello che ‘sente’, come ‘filtra il mondo’, quello che del mondo lascia passare… i messaggi che il mondo gli manda che riusciranno a passare nella sua mente, nei suoi pensieri e nelle sue decisioni… e quelle che rifiuterà.
E ancora più importante una narrazione somatica rappresenta come la persona si organizza nei confronti dello spazio e del tempo.
Perché specifico questa ultima cosa?
Te lo spiego con una storia veloce…
L’altro giorno ero con il figlio di una amica a Milano. E’ un ragazzo di 13 anni, terza media, va bene a scuola ma a volte non ha risultati continuativi ma esiti altalenanti nei voti che ottiene… A volte torna a casa con un 9, a volte (raramente a dire il vero) arriva a malapena alla sufficienza.
Ovviamente non ero lì ‘per lavoro’ però so che è un ragazzo intelligente e so che è molto dispiaciuto quando non ottiene i voti che merita essendo piuttosto ambizioso, e sapevo che avrei passato con lui nella stessa abitazione tre o quattro pomeriggi… Io a lavorare sul tavolo della sala e lui allo stesso tavolo a fare i compiti.
Ed allora, per gioco, mentre lavoravo, ho iniziato a guardare senza essere visto COME faceva i compiti…
A notare come si organizza per generare quel tipo di performance.
E per esempio ho visto che ogni pomeriggio, ogni volta che cambiava materia da studiare, seguiva delle sequenze precise.
Per esempio una delle cose che faceva era che iniziava molto lentamente – e poi mano mano che i minuti andavano avanti succedevano due cose:
1. accelerava la velocità con cui agiva (per esempio con cui girava le pagine o scriveva) e
2. Iniziava ad accumulare tensione fisica nelle braccia e nel viso… irrigidendo alcuni muscoli.
Non qualcosa di molto evidente, parliamo di microtensioni… cose che normalmente le persone non notano – no neanche quelle che frequentano corsi di PNL ;).
Sono cose per cui devi essere istruito a ‘vedere’… ma che per me erano segnali presenti lì.
Accumulava tensione, fino a quando finiva in un modo o nell’altro i compiti per quella materia e passava alla successiva.
E ricominciava da zero, ‘scarico’ di tensione -> accumulo di tensione’, ripetendo la stessa storia.
In sostanza è come se si organizzasse in maniera che il tempo ‘giusto’ per lui da dedicare a ciascuna materia fosse determinato… e quindi succedeva che se aveva più cose da fare quel giorno per quella materia continuava comunque a dedicargli la stessa quantità di tempo.
Non so da quale convinzione fosse nata per lui questa ‘storia’… ma è ovvio che non era molto produttiva.
Ed infatti il giorno che aveva un carico normale di lavoro da fare la cosa andava bene, la volta che i compiti per quella singola materia erano di più succedeva che all’inizio le cose andavano bene e poi man mano che il tempo passava metteva meno attenzione nelle cose perché ‘doveva finire’.
E faceva questo non perché non volesse fare bene le cose ma perché la sua parte somatica era stata ‘convinta’ ad dare segni di insofferenza (la tensione somatica) non appena riteneva che fosse stato giusto il tempo da dedicare a quella singola attività.
Come abbiamo insieme cambiato le cose te lo dirò al corso 😉
Ma sappi che il 99% del lavoro è stato fatto comprendendo che a quella microtensione muscolare nelle braccia e nel visto corrispondeva una ‘storia’ su ‘come è giusto fare i compiti’.
E’ bastato cambiare questa storia somatica per cambiare i risultati. Pensavo che i risultati probabilmente sarebbero arrivati tra un po’ di tempo, però stamattina ricevo una telefonata dalla madre:
“Non ho mai visto mio figlio studiare così tanto… cosa gli hai detto?”
(ed immagino tu ricordi quanto fosse difficile mantenere la concentrazione a lungo quando avevi 13 anni).
Adesso…
Immagina di saper trovare le storie somatiche che limitano le tue performance, e quelle delle persone intorno a te.
Di saperle vedere e cambiare facendo un lavoro totalmente invisibile per gli altri – semplicemente parlando con loro.
Ed immagina di ricominciare ad ottenere i risultati che avresti SENZA queste limitazioni.
Sarebbe utile per te?
Se la risposta è si ti aspetto al corso ReSonance delle prossime settimane.
TI aspetto!
Simone Pacchiele
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