Il più grosso mito da sfatare sui corsi di sviluppo personale e professionale, di Coaching e di tutte le discipline trasformative che circolano è che dovrebbero portare le persone ad ‘essere felici’.
Però è un assunto sbagliato.
Il Coaching, anche solo considerato nella sua accezione originaria, è uno strumento per portare una persona da una configurazione in cui ancora non ottiene dei risultati ad un’altra configurazione in cui ottiene i risultati che vuole.
La felicità è un’altra cosa. Ed infatti, come conseguenza dei risultati che ha ottenuto, al limite, sarà felice.
Ma il Coaching – se cerchi un Coaching efficace – non ha come obiettivo la felicità. Ha come obiettivo quello di farti raggiungere più risultati. Punto.
Di conseguenza devi valutare la bontà di un percorso di Coaching dalla capacità che avrai alla fine di ottenere più risultati. E quando parlo di risultati, intendo risultati misurabili – qualcosa su cui non puoi mentire o ‘raccontartela’.
Non funziona che hai la felicità e poi ottieni risultati.
Funziona che ottieni i risultati – facendoti un discreto culo – e, semmai, grazie a quei risultati diventi felice.
So che molte persone troveranno un po’ dura questa affermazione. D’altra parte le persone si dividono in due categorie: quelle che preferiscono guardare in faccia la realtà e misurarsi con i dati reali, e fare quello che serve per cambiare. E quelle a cui piace illudersi un po’ e crogiolarsi nell’illusione che le cose cambieranno da sole.
La mia idea, detta in maniera molto chiara, è questa: se torni felice da un Corso di Coaching… probabilmente c’è qualcosa che non funziona.
Se invece dopo un corso di Coaching ti rendi conto di essere in grado di fare cose che prima non facevi e a distanza di un certo tempo ti accorgi di essere in grado di ottenere risultati che prima non ottenevi… probabilmente sei sulla buona via.
Per questo ho creato il ReSonance.
A presto!
Simone
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