Nell’ultimo modulo del corso di ReSonance che ho tenuto a Roma qualche giorno fa è successa una cosa interessante.
Stavo lavorando davanti al gruppo con una persona che ad un certo punto manifesta questa convinzione (te la riassumo in una frase, ma l’idea alla base è la stessa).
‘per migliorare in qualcosa che già so fare bene e passare al ‘livello successivo’ il tempo che ci metto è 3 anni.
Non stava parlando di IMPARARE a fare qualcosa.
Ma di diventare più bravo a fare qualcosa che già fa bene.
(Nel suo caso specifico, era raggiungere un livello di abilità specifico nel suonare uno strumento)
Ovviamente è una sua convinzione – e su una convinzione ‘limitante’ come vengono chiamate normalmente puoi lavorarci in 20 modi diversi con la PNL (se hai la flessibilità per farlo – personalmente chiedo ai partecipanti ai miei corsi di lavorare su un aspetto almeno in 3 modi diversi quando si esercitano).
Ma ad un certo punto, dopo averla fatta parlare un po’ ed averla osservata – la tocco e la sposto in una posizione leggermente diversa, ma una posizione precisa.
E gli chiedo: senti, mi dici DA QUESTA POSIZIONE quanto tempo ti serve per raggiungere questa abilità?
La vedo cambiare colore del viso, respirare profondamente e sorridere… e mi dice…
“Da qui per imparare a suonare COSI’ BENE ci metto 6 mesi”
Da 3 anni a sei mesi. Spostandolo semplicemente in una posizione diversa.
C’è un modo più veloce di lavorare sulle convinzioni, e sul senso intero di performance che hanno le persone.
La ‘magia’ della PNL è di far emergere alla coscienza l’abilità di scegliere e di ‘programmare’ una diversa abilità a reagire agli eventi.
Quello che ho osservato in anni di lavoro con le persone è che l’intero processo diventa molto più veloce se gli insegni a cambiare organizzandosi internamente a partire da una posizione diversa.
Nel ReSonance le persone imparano ad accedere a quella che chiamo ‘posizione di attivazione’ – in cui hanno accesso ad una quantità enorme di risorse e che è allo stesso tempo ‘contenuta’ nel corpo e nella mente e che gli fa percepire, nel corpo come prontezza e nella mente come idee, tutto ciò che è possibile per loro.
Quando sono in questa posizione non hanno semplicemente una comprensione intellettuale che tutto è possibile per loro ma lo SANNO – come una fatto semplicemente vero per il fatto di essere. E’ uno spostamento ontologico, non semantico.
Detto in maniera semplice, hanno a disposizione un nuovo modo di conoscere e percepire se stessi, o meglio… un nuovo se che adesso sanno essere vero.
E quando faccio bene il mio lavoro quello che succede è che questo ‘nuovo se’ è semplicemente chi sono senza le limitazioni che sperimentavano prima – o meglio con il permesso di essere chi sono.
Ehi si… quello che facciamo nel ReSonance è proprio questo.
E se vuoi iniziare ad IMPARARE come farlo, puoi iniziare ad osservare dal vivo come funziona tutto questo… Il primo appuntamento è il 6 ottobre a Milano.
Simone Pacchiele
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