Oggi, per un puro caso, mi è capitato di parlare con due persone che, da un punto di vista puramente ‘operativo’ passano il tempo nello stesso modo – nel senso che fanno la stesso tipo di azioni e generano un risultato nello stesso ‘dominio’ di realtà. Entrambe lavorano utilizzando internet.
Sono due persone vere, un uomo e una donna… ma le chiamerò con due nomi di fantasia, ‘Cosa Posso Fare’ e ‘Cosa Voglio Fare’
Te le presento:
Cosa Posso Fare è laureato in lettere e ha 32 anni.
Lavorava per un call center dopo essersi trasferito a Roma, poi non sopportava quei ritmi e di lavorare in una scatola di 1 metro quadrato e si è licenziato.
Adesso scrive perchè scrivere è la cosa che gli piace di più al mondo. Scrive per un sito (non suo) e viene pagato 50 centesimi ad ‘articolo breve’.
Vuol dire che ne deve scrivere 40 per guadagnare 20 euro al giorno. Passa tutto il tempo nella cucina di casa e inizia a scrivere la mattina alle sette mentre fa colazione, e finisce la sera.
La sua vita non gli piace, ma non vede via di uscita.
La cosa interessante è che quando gli ho chiesto ‘Ok, adesso fai questo, ma tu cosa vuoi fare?’ mi ha risposto con una frase del tipo: ‘mah… quello che POTREI fare io adesso, visto che ho 32 anni e non so fare niente…’ e poi si è fermato perchè non gli veniva niente in mente.
Pensa tutto il giorno a come potrebbe fare a tirarsi fuori da una situazione che evidentemente non gli piace, e fondamentalmente la conclusione a cui è arrivato è che l’unica cosa che può fare è continuare a fare quello che sta facendo, e non esiste per lui nessuna via di uscita ‘evidente’ per tirarsi fuori dalla cucina in cui scrive gli articoli.
Cosa Voglio Fare è laureata in lettere e ha 33 anni.
Qualche anno fa lavorava per una casa editrice in stage (che, al livello base, è l’equivalente di lavorare in un call center, solo che sembra un po’ più figo). Si è licenziata perchè aveva avuto l’idea di aprire un blog per donne, con un taglio molto particolare. Ha iniziato a scrivere un po’ di articoli, e i primi argomenti di cui scriveva non andavano. Poi ha beccato il taglio giusto da dare al suo sito (dopo 3 mesi) e le gente ha iniziato a leggere ed a fare passaparola.
Allora ha contattato 3 o 4 amiche, ed ha iniziato a scriverci con l’idea di farlo diventare un punto di aggregazione per donne che parlano di certi argomenti, e quando la cosa ha iniziato a girare ancora meglio dopo alcuni mesi – e alcune media company hanno iniziato a chiederle di poter mettere la pubblicità sul suo sito – ha lasciato il suo posto nella casa editrice ed ha iniziato a lavorare al sito a tempo pieno (con risultati direi eccellenti).
Ovviamente man mano che il sito si ingrandiva veniva in contatto con altre persone, idee, aziende… scopriva cosa interessava di più al suo target di riferimento. E glielo dava.
E quello che all’inizio erano 5 paginette a due anni di distanza è diventato un sito davvero importante con migliaia e migliaia di pagine, e con centinaia di migliaia di visite al mese – ed anche una complessità da gestire che neanche si aspettava quando ha aperto.
Se ti chiedessi secondo te qual’è la differenza tra queste due persone cosa mi diresti?
La vera differenza, non le cose di superficie o contestuali.
Te lo dico io: la vera differenza tra le due persone sta in DOVE prendono le informazioni.
O meglio: da quanta distanza c’è tra dove prendono le informazioni e dove succedono le cose.
Di che tipo di informazioni parlo?
Per esempio, del fatto che se la mia amica col blog di successo scriveva di certi argomenti nessuno leggeva il sito, e se scriveva di altri le visite schizzavano alle stelle. E questa era una informazione che NON avrebbe potuto avere prima, in nessun modo. Avrebbe potuto fare delle stime e delle valutazioni preventive (è chiaro che scrivere di scarpe per donne probabilmente ti farà avere più visite che se scrivi di ceramica raku 😉 )
E cos’è che gli ha fatto avere questa informazione? In questo caso, anche solo registrare un dominio, scriverci qualcosa, e vedere cosa succedeva.
Regola numero 1: ogni volta che stai cercando di sapere prima TROPPE cose su come andrà un progetto che vorresti avviare stai mettendoti in una situazione in cui rischi di non partire neanche.
Come fai a capire cosa vuol dire ‘TROPPE cose’?
C’è un metodo molto semplice per saperlo: ogni volta che ti scopri a fare ragionamenti del tipo ‘e se faccio questa cosa, e poi non va… allora faccio quest’altra cosa… e se poi anche questa cosa non va allora…’ stai operando con uno strumento poco utile. Stai utilizzando quelle che chiamo le Decisioni Senza Dati: le decisioni che prendi sulla base di dati che non hai (ancora).
Di solito, secondo il buon senso, quando le persone decidono qualcosa su un nuovo progetto che vogliono intraprendere o qualcosa che vogliono fare… decidono sulla base di una catena logica che, nella loro testa dovrebbe fare più o meno così:
decisione 1 – azione 1 – (informazioni) – decisione 2 – azione 2 – (informazioni) – decisione 3 – azione 3….
Quando però iniziano con il mettere una decisione al primo posto nella catena, è molto facile – se non sanno esattamente quello che sta succedendo – che la decisione che stanno prendendo sia proprio una Decisione Senza Dati: ed ha lo strano potere di trasformare IN REALTA’ la loro catena in
decisione 1 – decisione 1 – decisione 1 – decisione 1 …
E l’azione dov’è finita?
E le informazioni?
In poche parole: è facile perdersi nelle decisioni senza mai passare all’azione, quando utilizzi Decisioni Senza Dati.
Consiglio: la prossima volta che vuoi iniziare un progetto o tirarti fuori da una situazione che non ti piace inizia con una azione invece che con una decisione.
Insomma, fai in modo da far diventare la catena
decisione 1 – azione 1 – decisione 2 – azione 2 – decisione 3 – azione 3
azione 1 – (informazioni) – decisione 1 – azione 2 – (informazioni) – decisione 2 – azione 3 – (informazioni) – decisione 3
L’unico pezzo che ti può fornire le informazioni necessarie a prendere una decisione sono le azioni, NON le decisioni.
Una azione qualsiasi, anche vagamente collegata a quello che vuoi ottenere, va sempre meglio che una decisione.
Può essere – per la persona che ho conosciuto che scrive a 50 centesimi ad articolo – magari anche solo l’azione di registrare un nome di dominio e passare un’ora al giorno per due mesi a scriverci di quello che gli piace di più – e vedere cosa succede.
E… il secondo consiglio… alla prossima volta 😉
P.S. Ci sono 2 eventi che terrò a breve attraverso cui puoi entrare in contatto con questo tipo di idee, e che per me hanno al centro l’idea di Performance: funzionare bene e generare il tipo di risultati che vuoi nel mondo in cui vivi, lavori, ti muovi.
Sono due corsi dal vivo: il primo si chiama Mind Reading, ed è un corso di comunicazione e persuasione non verbale dove puoi imparare tecniche molto avanzate di ‘lettura’ degli altri ed allo stesso tempo imparare ad influenzare gli altri anche solo cambiando il modo ed i segnali non verbali che invii (adesso probabilmente senza neanche accorgertene) quando comunichi.
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Mind Reading: tecniche avanzate di comunicazione non verbale e persuasione
il secondo è una giornata di formazione sul modello ReSonance ed è una delle ultime giornata propedeutiche alla certificazione ReSonance che inizierò a tenere l’anno prossimo per facilitatori, coach, counselor che vogliono imparare ad utilizzare questo tipo di lavoro con i propri clienti. E’ sabato 15 dicembre. Iscriviti adesso:
Introduzione al ReSonance
Intanto, un abbraccio!
Simone Pacchiele
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