Hai mai pensato a qual è il tuo lavoro?
Sei un medico, sei un avvocato, sei un imprenditore, sei un manager.
Ma al di là del titolo che hai qual è l’essenza del tuo lavoro?
Quali sono gli aspetti del tuo lavoro giornaliero che creano valore reale per i tuoi clienti o per l’azienda in cui lavori?
Ci sono tre tipi di attività, dal mio punto di vista: le attività a valore aggiunto, le attività senza valore aggiunto, e le perdite di tempo pure.
Per essere ‘a valore aggiunto’ una attività deve avere queste caratteristiche:
- il cliente (o comunque chi ti paga) deve volerti pagare per l’attività
- l’attività deve trasformare il prodotto o il servizio in qualche modo
- l’attività deve essere svolta correttamente
Le attività non a valore aggiunto non sono quelle per cui qualcuno ti pagherebbe ma… sono essenziali perchè tu possa svolgere le attività del primo tipo.
E infine ci sono le perdite di tempo.
Ti faccio un po’ di esempi:
Un avvocato ha come attività a valore aggiunto quella di andare in udienza o di scrivere un atto. Come attività non a valore aggiunto quella di inviare le parcelle, e come perdita di tempo quella di rimediare agli errori di qualche praticante o collega.
Un sarto come attività del primo tipo potrebbe avere quella di scegliere il modello ed i tessuti, del secondo tipo quella di passare la mattinata ad ordinare le stoffe dal fornitore e del terzo tipo quella di aspettare un cliente che viene a provarsi un abito.
L’idea è quella di concentrarti su quello che vogliono le persone per cui lavori (compresi i tuoi clienti – che fondamentalmente sono i tuoi datori di lavoro) e di lasciar perdere o di far fare ad altri tutte quelle attività che tu pensi siano produttive ma che in realtà non stanno creando valore per i loro e aggiungendo valore al sistema.
Pensaci un attimo: ogni volta che devi partire con un nuovo progetto – o che devi fornire un servizio – quante attività pianifichi che pensi siano necessarie e propedeutiche a quello che devi fare?
Un mio cliente è un batterista professionista e vuole registrare dei corsi di batteria video.
Attività propedeutiche al registrare un corso per gli studenti del corso di batteria: preparare il sito, comprare una telecamera professionale, microfonare la batteria, preparare le luci, chiamare un amico che faccia l’editing video, passare due a fare prove per trovare il suono migliore etc ed infine registrare il video.
Versione di valore della stessa attività: prendi il telefono, montalo su un treppiede e registra il corso. Il valore è nelle tecniche che insegni (e qualsiasi iphone di ultima generazione fa video migliori di telecamere prosumer di qualche anno fa).
L’idea non è di fare le cose superficialmente o in maniera approssimativa. Ma appunto di concentrarsi sul valore e di lasciare – in un primo momento – le attività accessorie ad altri o posporle.
E’ quella di creare ‘momentum’ partendo dall’unità più piccola di energia ed attenzione che riesci a gestire comodamente e di farne un mini-progetto volutamente imperfetto ma che ha tutto quello che serve di essenziale – e cioè il valore. E man mano che ottiene consenso, credito (e soldi) di incrementarlo e perfezionarlo espandendolo.
Quindi…
prendi la cosa che è un sacco di tempo che devi fare (girare una video lezione di batteria)
trova dove sta il valore in questa cosa (chi la vede impara a suonare)
scrivi le 4, 5, 10 cose che pensi sia necessario fare per implementarla (luci professionali, mixer, microfono etc…)
cancella tutte quelle che puoi senza che il valore che fornisci sparisca o venga significativamente (oltre il 30%) ridotto (insegnare una tecnica di batteria)
Agisci (a questo punto sarà facile – non ci sarà per niente peso e tendenza all’inazione)
E fammi sapere come va.
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