Circa 13 o 14 anni fa c’era un dubbio che percepivo in maniera molto intensa e che mi bloccava completamente nella mia crescita professionale che, in quel momento, era orientata a diventare un professionista delle discipline corporee. Studiavo già da qualche anno la PNL ma mi andava stretto il modo in cui era insegnata e sentivo che mi mancava la parte ‘fisica’ del lavoro di trasformazione personale…
Avevo già iniziato a dedicarmi a quello che poi sarebbe diventato il mio lavoro negli anni successivi (lo Shiatsu e le discipline corporee) e volevo trasformare questa passione in un lavoro a tempo pieno e… ben retribuito.
Avevo già questa ‘insana’ idea che fosse possibile, nonostante tutti dicessero il contrario, unire passione e successo economico e vivere, fino a quando lo avessi voluto, solo di Shiatsu.
Frequentavo i corsi Shiatsu con i migliori istruttori a cui avevo accesso. Prima nella mia città, poi andando a Roma, poi Bologna… Milano. Poi all’estero. Ricordo che spesso facevo 6 o 7 ore di treno solamente per una serata di studio con uno dei migliori insegnanti italiani… ed il giorno dopo tornavo a casa.
Ma nonostante questa passione folle, c’era una vocina che dentro di me mi diceva ‘non puoi farcela’.
E questo qualcosa nasceva dall’osservazione che molti dei miei insegnanti, non tutti ma molti di essi… che erano DAVVERO bravissimi a fare il loro lavoro di terapisti e di istruttori… non se la passavano poi così bene dal punto di vista economico.
Non che me li immaginassi ricchi, ma alcuni di loro avevano davvero difficoltà a fare la vita che volevano, a permettersi le cose che avrebbero voluto e che meritavano.
E quindi il mio pensiero era:
“Se loro che sono così bravi fanno fatica ad arrivare a fine mese, come posso pensare di farcela io che ho iniziato solo da qualche anno a studiare queste cose?” Ed ovviamente questo tipo di pensiero frenava enormemente il mio progresso nello sviluppo dell’attività, ed aveva alla lunga un’influenza anche dal punto di vista delle abilità tecniche.
Ma quello che succedeva nella realtà era comunque diverso… I dati che arrivavano dal sistema andavano in un’altra direzione.
Vedevo che ovunque andavo e parlavo di questa nuova disciplina che stavo studiando, senza dover far niente di particolare, generavo una reazione forte nelle persone che mi ascoltavano. Il più delle volte le persone volevano prendere un appuntamento per venire a fare Shiatsu da me, senza che io dovessi chiederglielo.
E non capivo come potesse succedere una cosa del genere: io ero l’ultimo arrivato e riscuotevo più successo, dal punto di vista dei risultati economici, di tutti i miei maestri.
Ma la cosa bella è che questi risultati generavano in me un grande entusiasmo… studiavo ancora più volentieri, e diventava facile dedicare ogni minuto libero allo Shiatsu. Diventando sempre più bravo, al punto da essere in grado di lasciare il lavoro solo un anno dopo. I risultati che ottenevano erano la causa di un’attenzione ancora migliore che dedicavo a quello che volevo fare.
Ed in quel momento ho capito una cosa importantissima: non serve essere ‘bravi’ a fare qualcosa. Puoi essere il più talentuoso coach, formatore, operatore Shiatsu, artista, imprenditore, musicista, ballerino, osteopata… ma senza persone con cui interagire nell’attività che fai è TUTTO inutile.
Devi imparare quali sono le cose GIUSTE, quelle che vanno fatte per avere successo economico grazie a quello che sai fare bene.
E queste cose non hanno NIENTE A CHE VEDERE con l’oggetto del tuo lavoro.
I miei maestri, bravissimi nel loro lavoro, non sapevano fare ciò che serviva per veicolare la loro grandezza e per avere i risultati economici che sicuramente meritavano. Io ci riuscivo, anche non essendo all’epoca così bravo.
==> Ed è quello che insegno in Dal Talento al Successo
Simone
P.S. Quando sai esattamente quello che va fatto hai anche una responsabilità: dato che hai il ‘metodo’ per avere successo nel tuo lavoro… hai anche la responsabilità di usare questo potere proponendo agli altri qualcosa in cui sei realmente bravo.
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