Uno dei libri che mi sono piaciuti tanto (anche se non sapevo ancora perchè) parecchi anni fa è stato ‘Gli insegnamenti di Don Juan’.
Don Juan è un vecchio shamano messicano, e Carlos Castaneda si reca da lui partendo dall’Arizona dove sta frequentando un corso in antropologia sperando di trovare qualcuno che conosca l’uso del peyote, un fungo allucinogeno.
Incontra Don Juan che è considerato un esperto locale dell’utilizzo del Peyote e inizia a studiare con lui, fino ad iniziare a scrivere un libro su di lui.
In una scena del libro Don Juan dice a Carlos: Hai bisogno di trovare un sentiero che abbia un cuore.
E Carlos gli chiede: Come faccio a riconoscerlo?
“Non lo riconoscerai. Sarà il sentiero a chiamarti e ti ci ritroverai sopra. Il modo per iniziare qualcosa è essere li, stare li, alzarsi in piedi. Aspettando, aspettando fino a non aver più respiro.”
Molte persone vogliono ‘cambiare’ ma non sanno come fare. Cambiare lavoro, cambiare relazione, cambiare vita.
Ma se gli chiedi ‘cosa vuoi’ quello che ti risponderanno, ad ascoltarlo bene, è quello che NON vogliono. Parleranno da una posizione in cui hanno presente solo le limitazioni presenti che hanno, quello che li disturba e li blocca… la situazione che vogliono cambiare. Non quello che vogliono.
Sostenere internamente la tensione che deriva dal portare l’attenzione su ciò che vuoi invece che su quello che non vuoi è difficile a volte.
Ma è davvero l’unica cosa di cui hai bisogno per iniziare a generare cambiamento.
Quello che serve per iniziare l’avventura è uno spazio in cui puoi essere presente, alzarti in piedi e dire ‘ci sono’ non sapendo quello che succederà… aspettando che l’avventura incominci… in uno stato di assoluta prontezza.
Non sai quello che succederà, ma sai che qualcosa sta per succedere. Ad un certo punto si aprirà una finestra di tempo che magari durerà 4 secondi in cui è possibile far avvenire delle cose… un contatto, un’opportunità improvvisa ed irripetibile. E e perdi quei due secondi, ti distrai o sei da un’altra parte in quel momento… l’avrai persa. E’ per questo che quello che serve è essere presente ed aspettare.
In questo quando siamo vicini alla nostra natura, siamo animali. Siamo dei cacciatori, siamo nati con quell’istinto di notare le opportunità che ci si presentano e di essere pronti ad avvantaggiarcene quando è il momento giusto.
E dobbiamo anche iniziare ad imparare a… lasciar andare. Dobbiamo permetterci di accettare quello che abbiamo davanti e si muove su un percorso di minor resistenza.
Quello che possiamo fare è imparare ad organizzarci in modo tale da massimizzare tutte le opportunità.
Molte persone agiscono da una continua posizione di allerta: si aspettano pericoli e sono sempre pronti a scappare da un pericolo imminente. La vita, quando vivi così, diventa una ricerca del modo di rimanere al sicuro e protetto.
“Assicurati di avere abbastanza soldi da parte in modo che qualsiasi cosa succeda sei a posto”
“Non assumerti troppi rischi, così non succede niente”
E così non prenderai rischi… nessun tipo di rischio fisico od emotivo. Ma vivere da questa posizione è vivere la vita di una preda che cerca di non farsi prendere dal leone. Sempre sfuggente, nell’ombra… in cui qualsiasi segnale che si discosta dal silenzio ti fa accelerare il battito del cuore pronto a scappare.
Ma biologicamente non siamo gazzelle. Non siamo stati progettati per essere in preda alla paura per la maggior parte del tempo in cui siamo svegli… con la paura di essere aggrediti e mangiati. E’ nella natura di una gazzella, ma come esseri umani la nostra evoluzione ci ha resi più simili al leone che alla gazzella.
Molte persone sono troppo spaventate e prese dalle loro paure per rimanere aperte alla vita e a quello che gli offre. Iniziano sempre qualcosa… da un punto preciso con l’intenzione di arrivare ad un altro punto… il loro obiettivo. E la maggior parte delle volte che lo ottengono non sono contente o troppo occupate a correre dietro al prossimo obiettivo per apprezzare quello che hanno…
E invece di prendere le ‘prede’ che si meritano, e sperimentare la bellezza di essere vivi e umani… si stabiliscono e stabiliscono tutte le loro azioni al livello di ciò che è familiare per loro e comodo.
C’è un modo per muoversi da questa posizione… Ed è partecipare al ReSonance Day di Domenica 17 novembre a Milano.
Per partecipare scrivi una mail a simone@simonepacchiele.com
Simone Pacchiele
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