L’altro giorno, in un corso che tenevo a Roma, ho dedicato una parte della mattinata a lavorare con un cliente che voleva decidere se continuare ad insistere in un settore professionale che gli piace tantissimo, potenzialmente nel lungo periodo molto redditizio ed in cui è molto bravo, anche se (sue parole) ‘non è ancora un maestro’… oppure dedicarsi a qualcosa che gli renderebbe economicamente di più sin dal primo momento, ma che non gli piace, e che non si vede a fare per tutta la vita.
Ancora, qualche mese fa stavo lavorando con un cliente che ha una piccola azienda… e per lui l’obiettivo della sessione di coaching con me era capire se continuare a produrre un tipo di prodotto che genera buoni redditi al momento ma che non risponde più al tipo di cose che vuole fare oppure se iniziare un nuovo progetto molto più ‘sfidante’ per lui, dalle prospettive molto buone ma con tutte le incertezze che sono naturali in questo caso: chissà se andrà bene, chissà se il mercato capirà questo tipo di prodotto e così via.
Sono molte le situazioni personali e professionali in cui viene da chiederti
“Cosa faccio? la cosa che mi piace più fare o la cosa che secondo me mi conviene?
E poi, chi ha detto che devo farne solo una?”
Quando è stata l’ultima volta che hai deciso di dedicarti, almeno per un certo tempo, ad una sola cosa?
Questa domanda in realtà contiene due presupposti. Che tu abbia deciso di dedicarti ad una sola attività per un certo periodo più o meno lungo della tua vita, e che sia stato tu a decidere.
Ci sono milioni di percorsi diversi lì fuori, e quello che fanno molte persone è passare dall’uno all’altro cercando la cosa ‘migliore’.
Ma c’è una sola cosa su cui ti invito a portare l’attenzione: quanto naturalmente ti viene dedicare tutto il tuo impegno all’attività che stai facendo ora.
Ci sono milioni di persone che diventano brave a fare qualcosa e che si rendono conto che per diventare davvero dei maestri in quello che fanno dovrebbero investire delle risorse che non vogliono investire. E passano la vita a diventare bravi in tante cose… passando da una all’altra ma non diventano mai dei maestri in quello che fanno.
Arriva SEMPRE il punto in cui ti sembra di non andare avanti. Il punto in cui ti sembra di sapere tutto quello che c’è da sapere, in cui hai imparato tutto quello che puoi, e dove non vai letteralmente più avanti come se ci fosse una vera e propria resistenza.
E parte del processo per diventare un maestro è costruire la capacità di essere lì, di stare a quel livello in cui non vai nè avanti nè indietro, e continuare a costruire con quel livello di abilità e di competenza che hai il prossimo livello.
Si tratta di costruire in senso vero e proprio la massa critica per passare al livello successivo.
Ed ovviamente parte di questo processo è frustrante per il fatto stesso di essere in una posizione in cui riconosci di non fare progressi… progressi che fino ad un pò di tempo prima c’erano e ti davano la carica.
Questa è la parte più difficile, ed è la parte che la maggior parte delle persone non affronterà mai.
Ci sono diversi modi in cui puoi costruire questa abilità.
Uno di questi è fidarti del processo. Non fidarti della persona, ma fidarti negli insegnamenti di una persona che più avanti di te in questo cammino, una guida che è già passata per questo percorso e che sa quali sono le domande che ti farai in ogni momento dell’avanzare.
E’ come quando impari un arte marziale, o fai parte di una squadra agonistica di uno sport: il maestro, l’istruttore… chiamalo come vuoi, nei primi anni di formazione è la persona che ti fornisce le tecniche per costruire la tua ‘arte’.
Ma negli anni successivi si trasforma, spesso per i pochi allievi che vogliono seguirlo nel percorso più avanzato, nella guida e nel mentore su cui puoi contare nei momenti in cui ti sembrerà di non fare progressi.
Qualcuno è che due o tre passi davanti a te e su cui puoi contare quando TU farai il passo successivo. E qualcuno che ti dica se, nonostante le apparenze dicano il contrario, stai davvero facendo progressi.
Per finire, l’altro giorno ho ricevuto una breve mail da parte di una persona con cui ho lavorato in una o due sessioni di coaching qualche anno fa. Sono poche righe in cui dice solo:
Ciao Simone sono Danilo, ho appena tenuto una lezione di “cucina naturale”per una dottoressa di uno dei più importanti istituti di medicina specializzata in (ho cancellato il riferimento) in Italia. Solo due anni fa pensavo a come arrivare alla pensione….Grazie anche a TE.
E… se vuoi fare il primo passo in questa direzione ti aspetto il 14 ottobre a Milano per il corso ReSonance.
Le tue parole sono arrivate proprio nel momento giusto per me….che dire?! GRAZIE INFINITE!!!