Fondamentalmente le persone, e le organizzazioni, i gruppi di persone, le società, vivono all’interno di una mitologia.
Meglio, vivono all’interno della LORO mitologia.
La mitologia che qualcuno forse gli ha fornito e gli ha detto di vivere.
Le persone organizzano la loro esperienze e comprendono il mondo, e lo filtrano, sulla base di una narrativa.
Quella che chiami ‘la storia della tua vita’.
Che contiene il tuo passato ed il tuo presente, ma anche il tuo futuro.
Il medico che va a lavorare per Amnesty vive la sua mitologia
Il professore universitario vive la sua mitologia
L’impiegato di banca la sua, che è diversa da quelle dei primi due.
Il fatto è che come esseri umani nel momento in cui nasciamo non siamo indipendenti.
Nasciamo almeno 12 o 13 anni prima di essere pronti, ed in questi anni sviluppiamo delle capacità che nessun altro animale avrà mai.
Scambiamo la capacità di essere umani con il fatto di non essere pronti ad essere nati ma di dover aspettare alcuni anni prima di essere totalmente indipendenti.
Ma nel periodo in cui non siamo ancora pronti assorbiamo le storie. Decidiamo quello ‘che faremo da grandi’.
Iniziamo a organizzare la nostra esperienza con l’inizio di una storia, ed una fine. Diamo un aspetto narrativo a noi stessi.
Ci immedesimiamo in un personaggio
Assorbiamo delle regole sociali
Ci prepariamo all’età adulta con una mitologia
E questa storia che scegliamo da piccoli rimane per molti la storia della propria vita. E se vogliamo cambiare noi stessi è lì che dobbiamo agire.
Il ReSonance porta l’attenzione a come le persone organizzano la propria vita secondo dei ‘romanzi autobiografici’ o una narrativa che CREDONO sia la loro vita. Che sia la verità.
La loro fiction personale, che diventa la base per le loro percezioni, il filtro a partire dal quale selezionano le esperienze che hanno, in base a cui prendono decisioni e si comportano.
E non c’è niente di male a credere che la tua storia sia vera. Almeno fino a quando è il film che vuoi continuare a vedere.
Il punto è rendersi conto che, appunto, è una storia.
E questo succede molto spesso solo quando le persone o le organizzazioni sono in crisi. La storia scricchiola, il romanzo non regge più. Si apre un varco attraverso cui puoi vedere dietro la tua narrativa.
Diventa bravo a scuola, laureati prendi un master sposati e trova un buon lavoro.
Veniamo istruiti a ‘fare i bravi’. A rimanere al nostro banco e ad aspettare che suoni la campanella per tornare a giocare in mezzo alla strada. Ignorando letteralmente le richieste del nostro corpo che ci dice di muoverci e rimanere liberi all’aperto.
E’ quello il momento in cui impariamo a sottomottere chi siamo al giudizio di un’autorità che ci dice cosa dobbiamo fare.
Ovviamente questo serve per costruire una società e per non vivere allo stato brado.
Ma arriva nella vita un momento in cui riscoprire chi sei è la cosa più importante, ed il ReSonance riguarda esattamente questo.
Quando riesci a generare dei risultati partendo da ‘chi sei’ riesci ad ottenere molto di più con il minimo dello sforzo. Non ci sei tu da una parte e la mitologia che qualcuno ti ha dato da vivere dall’altra. Non c’è attrito tra queste due cose.
Ci sei tu e quello che vuoi. Questo è il ReSonance.
Ci vediamo ai prossimi corsi dal vivo
27-28 settembre Roma
24-25-26 ottobre Milano
Simone Pacchiele
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