Tre uomini in carcere in una prigione israeliana sono comparsi recentemente davanti ad un comitato per la grazia composta da un giudice, un criminologo e un assistente sociale. I tre prigionieri avevano già scontato almeno due terzi della pena, ma il comitato per la grazia ha concesso la libertà ad uno solo di essi .
Prova ad indovinare quale:
Caso 1 (sentito alle 08:50 ) : Un arabo israeliano che sta scontando una condanna a 30 mesi per frode .
Caso 2 (sentito alle 03:10 ) : Un ebreo israeliano che sta scontando una condanna a 16 mesi per aggressione .
Caso 3 (sentito alle 04:25 ) : Un arabo israeliano che sta scontando una condanna a 30 mesi per frode .
C’è un pattern secondo cui il comitato per la grazia prende le decisioni , ma non riguarda l’appartenenza etnica dei tre uomini, il crimine commesso o il loro passato.
E’ tutta una questione di tempi, come un gruppo di ricercatori ha scoperto, analizzando più di 1.100 decisioni nel corso di un anno .
Il giudice, che avrebbe ascoltato le deposizioni dei prigionieri e dopo scambiato consigli con gli altri membri del consiglio , hanno approvato la libertà condizionale in circa un terzo dei casi , ma la probabilità di essere rilasciato sulla parola varia pesantemente a seconda del momento della giornata in cui la decisione viene presa.
I detenuti che sono apparsi davanti al consiglio nelle prime ore del mattino hanno ricevuto la libertà condizionale circa il 70 per cento delle volte, mentre coloro che che vengono giudicati alla fine della giornata sono stati rilasciato sulla parola meno del 10 per cento delle volte.
Le probabilità hanno favorito il prigioniero che si presentava alle 08:50 – ed in effetti questo ha usufruito della grazia…
Ma anche se l’altro prigioniero arabo israeliano era accusato della stessa pena per lo stesso reato – la frode – le probabilità erano contro di lui quando è apparso davanti al giudice (in un giorno diverso ) alle 4:25 del pomeriggio . Gli è stata negata libertà condizionale , come era il prigioniero ebreo israeliano delle 15:10 , la cui sentenza è stata più breve di quella di un uomo che è stato rilasciato . Stavano chiedendo la libertà condizionale semplicemente nel momento sbagliato della giornata .
Non dipende da un comportamento malevolo del giudice, o dal pregiudizio razziale. Piuttosto dipende dalla fatica di dover decidere e di aver preso altre decisioni prima di quella.
La fatica mentale di dover valutare caso dopo caso, o di dover prendere decine di micro-decisioni può far prendere decisioni sbagliate ad un giudice come ad un C.F.O.
Indebolisce la capacità di decidere di chiunque, dirigente o non dirigente, ricco o povero.
Ma poche persone se ne rendono conto e i ricercatori iniziano a rendersi conto di questo fenomeno solo da poco tempo. Di come funziona e perchè funziona così, e come neutralizzarlo.
Per farti qualche esempio, lo sforzo da decisioni entra in gioco quando persone normalmente affabili rispondono male ad un collega, comprano doppia razione di junk food al mac o qualcosa di cui non hanno bisogno su Amazon.
E’ diversa dalla fatica fisica, di cui le persone sono normalmente consapevoli.
Più scelte prendi durante la giornata, più difficile diventa per il tuo cervello prendere la decisione successiva e alla fine succede che il cervello cerca delle ‘scorciatoie’, normalmente in uno di questi due modi:
Il primo è di farti decidere in maniera avventata e di non considerare bene l’impatto della tua decisione su tutto il sistema. Agire di impulso senza prima consumare l’energia che serve per valutare le conseguenze della tua azione (ma si, spediamola questa mail in cui dici al tuo collaboratore cosa pensi di lui).
La seconda scorciatoia è semplicemente non fare niente. Risparmiare energia, non decidere.
Non decidere spesso porta conseguenze negative più pesanti, ma al momento consente di non consumare energia e di riposare il cervello.
Quando sono stanche (e più in generale quando sono in una posizione di ‘inibizione’ dal punto di vista del ReSonance) le persone tendono a resistere a qualsiasi cambiamento ed evitano qualsiasi azione potenzialmente rischiosa ed anche qualsiasi valutazione potenzialmente rischiosa – come dare la libertà condizionale ad un detenuto che una volta libero potrebbe commettere o no un nuovo crimine.
E così il giudice stanco dopo 10 decisioni sulla libertà condizionale di altri detenuti, rifiuta la fatica di decidere sull’undicesimo. E questo rimane in carcere.
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