Due o tre settimane fa ho scritto un articolo che riguardava la formazione in cui dicevo che la formazione nell’ambito dello sviluppo personale e la formazione in QUALSIASI altro settore presentano una differenza fondamentale:
che quasi mai le persone che si accingono a frequentare un corso di miglioramento personale lo fanno con l’idea di misurare i risultati che darà in termini oggettivi ma solo soggettivi (quanto sono stati bene, quante emozioni hanno provato e così via).
Mentre le persone vanno ad un corso… non so, di pizzaiolo e tornano soddisfatte se sanno fare buone pizze… per i corsi di sviluppo personale (che in teoria dovrebbero insegnarti ad ottenere più risultati) danno una valutazione positiva se al corso ‘hanno provato belle emozioni’ – e non se un anno dopo hanno raddoppiato i loro risultati.
L’articolo parlava SOLO di questo.
(Puoi leggerlo qui: La formazione è un pessimo investimento)
E ci sono state un 10% delle persone che l’hanno letto che mi hanno scritto dicendo che stavo promuovendo i miei corsi sminuendo gli altri, che ‘solo i tuoi corsi sono degni di essere fatti’ e così via.
Il punto centrale dell’articolo era SOLO il mio invito a valutare la formazione con criteri oggettivi e non soggettivi. Punto.
Altro articolo: parlo delle differenze che ci sono a livello di modello tra il lavoro di un formatore famosissimo – Anthony Robbins – (che stimo e che ritengo un genio nel suo settore) e il mio.
L’articolo è questo: Cosa faccio di diverso da Anthony Robbins (e perchè)
Nessun giudizio (e ci mancherebbe) ma solo un confronto dei due differenti approcci in cui dico che il lavoro di Robbins è ottimo per certe persone e inutile per altri – perchè risuona con le (molte) persone che hanno un certo grado di evoluzione – e non con altre che sono ad un livello diverso.
Punto.
E’ come dire che in pista è meglio correrci con una Lotus Elise e che per un viaggio Roma Milano è meglio viaggiare su una BMW.
E che usare la macchina sbagliata per un viaggio di 600 chilometri può dare i risultati non voluti (dopo mezzo’ora in una Lotus Elise io voglio solo scendere perchè sto scomodo MA è una macchina che fa 0-100 in 3 secondi e mezzo e che è in grado di divertire).
Anche qui: il 10% di persone di nuovo a dire che mi facevo pubblicità a discapito di persone più famose etc etc…
…
…
Adesso…
Sinceramente ci ho pensato a lungo e visto che gli articoli sono scritti con molta chiarezza sono arrivato alla conclusione che possono essere successe solo due cose:
1. le persone non hanno letto gli articoli ma si sono fermate al titolo o alle prime righe (va bene, ma perchè venire a commentare se neanche l’hai letto? )
2. hanno letto gli articoli ma ci hanno letto quello che vogliono leggere loro.
Questa è la possibilità più pericolosa perchè non c’è soluzione (per loro).
Sono spacciati, perchè qualsiasi cosa leggeranno ci vorranno vedere quello che già sanno e che hanno in mente e non quello che c’è scritto sulla carta. O che gli dicono.
Non mi occupo del motivo per cui questo accade: probabilmente buttano fuori i loro risentimenti e frustrazioni (o come mi ha scritto una ‘mental coach’ emergono le loro ‘ombre’) appena quello che leggono gli fa venire in mente qualcosa.
E qui arriva la parte più importante di questo articolo
Quando comunichi, qualsiasi lavoro tu faccia…
essere un bravo comunicatore… non significa spiegarti con queste persone…
…o chiarire meglio in modo da fargli cambiare idea
…o convincerle che avevi le migliori intenzioni.
Non è trovare un accordo con queste persone, anche se ti sembra la cosa più giusta.
Perchè qualsiasi cosa dirai o scriverai sarà distorto in maniera da confermare quello che loro volevano dimostrare. E da farti perdere un sacco di tempo.
Il tuo lavoro è di fregartene di queste persone e di lavorare sugli altri.
Su quelli che l’hanno letto e che non ci hanno visto niente altro rispetto a quello che hai scritto.
Il tuo lavoro è di dare valore, supporto, prove, e di convincere gli altri – quelli che i tuoi argomenti, i tuoi prodotti, i tuoi servizi li hanno provati, apprezzati e condivisi.
Non si può piacere a tutti, e non è una frase fatta o una giustificazione.
E’ la natura della mente umana – soprattutto quando prendi una posizione precisa, anche educata, su un QUALSIASI argomento.
Ci sarà sempre una percentuale che non leggerà, leggerà male, non capirà.
(Da questo punto di vista il mio mentore e modello è Carlo Maria Cipolla)
Soprattutto questo succede sempre quando inizi a fare delle distinzioni importanti e che arricchiscono le persone intorno a te perchè gli consentono di vedere più cose, di pensare meglio.
Molte persone non vogliono pensare meglio – preferiscono che tutto rimanga nell’indistinto.. che ‘tanto questo è uguale a quello’… quando in realtà QUESTO non è QUELLO.
Per il 2015 il mio augurio è questo: di trovare qualcuno che inizi a farti vedere distinzioni più sottili in cose che prima ti sembravano tutte uguali.
E di dare valore alle persone che risuonano con te, e di ignorare tutto il resto.
Buon 2015!
Simone
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