Nel lavoro che faccio con le persone e con le organizzazioni non smetterò mai di sorprendermi della capacità che manifestano le persone di essere essere resistenti, forti e resilienti.
Anche gli eventi più traumatici, le situazioni più problematiche, le sfide più difficili… quasi mai danneggiano realmente un individuo.
Certo, possono ferirlo… possono farlo star male, ma difficilmente causano un danno permanente.
Le persone possono sopravvivere ai più devastanti disastri naturali e mantenere un equilibrio mentale quasi inalterato. E riprendersi comunque presto.
Ma le relazioni all’interno di una organizzazione possono essere distrutte da una sola, singola parola… da una unica azione, o da una unica ‘non azione’. E questo, per me, ha delle implicazioni importanti sulle e nelle organizzazione di persone, e negli ambienti di lavoro. Soprattutto nelle piccole organizzazioni, nella piccole aziende.
Ed infatti molte piccole società falliscono a causa di relazioni che non vanno più bene tra i soci, tanto per dire.
Di solito è diffusa tra le persone l’idea di percepire i propri simili come ‘fragili’, e questo porta a considerare persone che hanno avuto un’esperienza traumatica come se fossero una specie di ‘oggetti danneggiati’, che non funzionano più bene.
E semplicemente… non è così. Non è che magari non soffrano, ma spesso dopo un evento traumatico non ‘funzionano’ molto peggio di come funzionavano prima.
Non è la stessa cosa per le organizzazioni: le persone sono molto più forti di quanto lo siano organizzazioni.
Ed il motivo per cui non riconosciamo la vulnerabilità e la fragilità intrinseca delle organizzazioni è che difficilmente ci rendiamo conto che le organizzazioni si reggono su qualcosa di molto meno forte degli individui che le compongono: le relazioni.
E le relazioni che costituiscono una organizzazione sono qualcosa di reale, di concreto. Sono quasi… solide, cose esistenti e con una propria identità nel formare e tenere in piedi una società o un gruppo.
Anche persone esperte di dinamiche dei gruppi o lavorativa spesso tendono a considerare una organizzazione più come una unione di persone che altro.
Ma relazioni, i collegamenti che costituiscono l’organizzazione sono quello che la tiene in vita. E determinano in grande misura quello che sarà il comportamento ed il carattere della struttura … e il comportamento delle persone che fanno l’organizzazione.
E’ buffo perchè spesso pensiamo alle organizzazioni, soprattutto nella massima fase della loro espansione o ricchezza, come qualcosa di impenetrabile ed indistruttibile. Come di qualcosa che qualsiasi cosa succeda dall’esterno, non possa venirne influenzata. Come qualcosa su cui NOI non possiamo avere un impatto. Come qualcosa che possa assorbire tutto.
Ma non è così. A volte è sufficiente una singola storia che esce su un giornale, o una piccola tecnologia che viene rilasciata al pubblico e diventa accessibile a tutti, e l’organizzazione mostra immediatamente tutta la sua fragilità.
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