Ciao,
Giorgio Gaber mi è sempre piaciuto.
Ma mi piace ancora di più da quando ho saputo che ha iniziato a suonare la chitarra come esercizio per recuperare l’uso del braccio e della mano in seguito alla poliomelite.
“È andata fuori uso la mano sinistra, quella che con la chitarra serve per fare gli accordi. Da qui la tecnica tutta particolare che ho dovuto sviluppare”
A volte le persone trovano il proprio talento in relazione alle limitazioni che sperimentano nella propria vita.
E’ stato così per Milton Erickson, l'”ipnotista”, che ha sviluppato le sue straordinarie doti di osservazione dei processi corporei e linguistici in seguito ad una malattia (anche lui la poliomelite)
E’ stato così per Gaber, in questo caso.
E’ così per tanti sportivi, musicisti, attori. E’ così per tante persone di successo, dove per successo non intendo SOLO soldi e fama, ma soprattutto un senso di direzione e di significato nella propria vita. Come se la ‘limitazione’ servisse da catalizzatore e da mezzo per incanalare e direzionare i propri sforzi.
Molte delle persone che frequentano da un po’ l’ambiente dello ‘sviluppo personale’ partono da un’idea, che per me è sostanzialmente giusta, di vivere un un mondo di possibilità. Potrebbero fare questo, potrebbero fare quello… potrebbero fare tutto. Ed infatti questa è una delle mitologie alla base di questo tipo di lavoro. Ma proprio perchè possono fare tutto, spesso fanno fatica a fare il primo passo per muoversi in UNA direzione.
Il vero utilizzo delle cose che hanno appreso, spesso avviene nel momento in cui sperimentano una limitazione ed utilizzano degli strumenti precisi, o semplicemente la propria immaginazione e la propria energia per superare quella limitazione ed anzi trasformarla in una risorsa.
(Grazie a Sonia per avermi ricordato di Gaber)
Alla prossima.
Simone Pacchiele
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Roberta Tarsitano dice
sono assolutamente d’accordo anche nella mia esperienza personale ho notato che i periodi più complicati alla fine per me si sono rivelati i più prolifici! ed è per questo che quando parlo con i ragazzi che mi raccontano di essere in “crisi” capisco di quale ventaglio enorme di possibilità si apra attorno a loro