Tutti abbiamo giocato con un caleidoscopio da bambini. E molti hanno portato degli occhiali almeno una volta. Alcuni hanno dieci diottrie su dieci, altri hanno difetti di vista che li portano a percepire lo spazio in maniera completamente diversa dalla maggioranza delle persone.
E quasi tutti gli animali non vivono nel nostro stesso spazio, nel senso che ne hanno un’esperienza sensoriale totalmente diversa.
E’ accettato da tutti il fatto che la nostra percezione dello spazio dipende da come vediamo: un fotografo usa un grandangolare ed uno zoom, ed ottiene due foto completamente diverse.
Il tempo è una dimensione che reagisce in maniera molto simile, e manifesta esattamente gli stessi fenomeni – solo che bisogna utilizzare ‘lenti’ diversi. Non fisiche, ma fatte di linguaggio, di aspetti somatici e di contesto.
Se stai male o sei arrabbiato, o se ti stai allenando intensamente il tempo scorre in maniera molto più lenta rispetto a quando sei allegro con gli amici o quando stai bene.
Gli alcolici di solito rallentano la percezione del tempo che passa (un’ora da ubriaco dura molto più che un’ora da sobrio). La caffeina la velocizzano.
La meditazione o situazioni di pericolo possono rendere il tempo praticamente fermo, o far sembrare un minuto lungo come un’ora.
Ma sapere come avere il controllo su questo tipo di ‘lente’ ti mette in grado davvero di ottenere risultati maggiori e di essere più efficace.
La prima lente, la più importante è la capacità di rimanere nel-tempo e non andare in una posizione ‘meta’.
Essere presenti. E questo ha a che fare con l’eredità di tutti i movimenti psicologici del ventesimo secolo: quella che ha che fare con la ricerca di sè. Questo è il desiderio di muoversi verso l’individuazione di chi sei prima che dal riconoscere noi stessi nella società e nella cultura.
E’ imparare a cercare ‘chi sei’ all’interno della società. Non su qualche montagna sperduta, o in India o in qualche setta massone che ti insegni ad ottenere qualche potere… ma qui ed ora, dove sei.
Questa è quella che Gurdjeff chiama la quarta via. E questa via, nel ReSonance, inizia da come decidi di essere ‘nel’ tempo, non ‘a lato’ del tempo.
Ed è una cosa difficile da fare… rimanere nel tempo.. presente ed in relazione con qualsiasi cosa accade – mentre accade. Accettandola ed assumendosene la responsabilità.
Carlos Castaneda la fa chiamare da Don Juan ‘essere impeccabili’. Scegliere la maestria piuttosto che essere un principiante. E la maestria è ottenuta NEL tempo decisione dopo decisione. La decisione di continuare quando le cose sembrano non cambiare nonostante gli sforzi che fai. Questa è la sfida che si trova davanti chiunque voglia ricercare: continuare quando ti senti come se non ci fosse nessun progresso o addirittura di sembra di tornare indietro.
Molto spesso si sente parlare di PNL come una serie di strumenti per ottenere il successo velocemente. Se è così, qui non facciamo PNL Con il ReSonance – che è un modello che utilizza la PNL ma la utilizza in un contesto molto più ampio, ‘il successo’ non è fine a sè stesso. E’ il primo passo per permettere ad una serie di cose che non conosciamo ancora di presentarsi a noi, quando siamo pronti.
E’ quello che Joseph Campbell chiama Il Viaggio dell’Eroe. Trovare le connessioni con tutto che ci sono in ogni cosa.
Ed essere NEL tempo, presenti, è una delle vie principali per iniziare.
Scrivi un commento