Sarò soddisfatto quando_______
Lascio riempire a te lo spazio vuoto. Non ci sono risposte giuste, non ci sono risposte sbagliate. Non è un test, non ti valuterò. E’ solo uno specchio per farti vedere il livello in cui ti trovi.
Ci sono persone che rispondono:
‘quando guadagnerò 200.000 euro l’anno’
‘quando avrò un 1 milione in banca’
‘quando i miei figli avranno trovato un lavoro’
‘quando andrò in pensione’
‘quando avrò una casa più grande’
‘quando avrò la macchina/la barca che desidero da anni
‘quando avrò la relazione giusta’
‘quando avrò ottenuto la promozione’
‘quando saprò parlare inglese perfettamente’
‘quando avrò perso peso’
‘quando sarò laureato’
Tu puoi rispondere quello che vuoi, magari la tua frase è una di queste.
La lista di cose che potrei metterci è praticamente infinita. Ma è un’illusione.
Quando hai un milione sul conto, ne vorrai un’altro.
Quando i tuoi figli avranno un lavoro, non sarai ancora libero, ci saranno altre responsabilità di cui occuparsi.
Quando avrai ottenuto la promozione, ci sarà un altro posto ancora più in alto a cui aspirare.
Di solito le persone credono che quello che le rende soddisfatte sia raggiungere degli obiettivi.
Non è così.
La soddisfazione, il sentirsi realizzati è una configurazione – mentale e somatica – che viene PRIMA dei desideri.
E mentre crediamo che raggiungere un obiettivo ci renderà più felici, l’asticella si alzerà sempre un po’ di più mentre li raggiungiamo.
E va bene così, altrimenti gli esseri umani non avrebbero mai realizzato niente nella propria esistenza.
Il punto è che partire da una posizione in cui quello che dici a te stesso è
sarò contento quando…
non ti aiuta a realizzare quello che vuoi, perchè inibisce l’accesso a tutte le tue risorse DALL’INIZIO.
In sostanza, far dipendere la propria soddisfazione/felicità/realizzazione da qualcosa di ESTERNO che ancora non è presente, riduce in effetti la possibilità che tu lo ottenga.
Spesso crediamo che la realizzazione sia qualcosa di statico e definito. Qualcosa che arriva insieme alla promozione o al primo milione in banca, o con la barca.
E’ la narrativa inculcata dalle storie più diffuse nell’era contemporanea: c’è una persona. Questa persona spende dei soldi per comprare un prodotto o un servizio. Questa persona vive per sempre felice e contenta.
Questa non è la vita, e non è neanche la vita di chi porta avanti un business ed allo stesso tempo vive una vita di profonda realizzazione personale e di autenticità.
Assomiglia più ad uno spot pubblicitario.
Ed in effetti l’italiano medio passa 600 ore all’anno davanti alla televisione. Un po’ di lavaggio del cervello è difficile che non ci sia…
Decidiamo un obiettivo e crediamo erroneamente che la nostra vita cambierà totalmente DOPO che lo abbiamo ottenuto. Ma non è così, quasi mai almeno.
E allora la soluzione qual è?
Da un certo punto di vista la soluzione è semplice, anche se è difficile da implementare se non sai come si fa.
Il lavoro che facciamo nel ReSonance (nei corsi e nel lavoro di mentoring 1 a 1) è quello di portare le persone in una configurazione globale in cui l’attenzione non è sull’obiettivo ma sul processo e sulle azioni da compiere istante per istante per ottenerlo.
Quando riusciamo a distrarci dall’obiettivo e dai risultati, pur mantenendo l’intento di ottenenerli – e, lo so, questo sembra un paradosso, ma molto del lavoro di vero sviluppo personale e professionale parte da paradossi – siamo in gradi di far avvenire le cose.
Non siamo più frustrati o bloccati dal fatto che i risultati non sono ancora lì presenti, e non aspettiamo una vita più felice dopo che abbiamo la casa, la promozione, la relazione… Ma riusciamo a fare momento per momento quello serve per ottenere tutto questo.
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