Sabato 26 e domenica 27 aprile terrò a roma un corso sul linguaggio del corpo.
Fermati un attimo…
Non è un ‘semplice’ corso di linguaggio del corpo in cui ti insegno solo a decodificare la comunicazione non verbale degli altri per capire se mentono.
E’ un corso dove prima ti insegnerò a decodificare il TUO linguaggio del corpo per capire se TU stai dicendo la verità. A te stesso.
Ricordo quando da ragazzo ho letto i Dubliners di Joyce, che ad un certo punto parla di un certo signor Duffy, che ‘viveva ad un certa distanza dal suo corpo’.
Mr. Duffy è un burocrate della peggior specie che vive una vita incolore e spenta. E’ il prototipo peggiore dell’uomo postmoderno – separato da quello che sente, ha regole per tutto e non ha un senso di direzione o di significato per quello che fa.
Da un punto di vista somatico, vivere ad una certa distanza dal proprio corpo è la cosa più grave che puoi fare. Man mano che le ricerche nelle neuroscienze avanzano – emerge come distanziarti dal tuo corpo non solo ti mette a rischio fisicamente ma anche emotivamente. E per di più non avere un buon contatto con il tuo corpo limita la tua capacità di imparare ed evolverti, riduce la possibilità di avere relazione piene di significato.
Ma che cosa vuol dire prendere le distanza dal tuo corpo?
Significa avere una visione del corpo ‘razionalistica’: il corpo è una serie di parti anatomiche organizzate e guidate dalla mente, che è separata dal corpo.
In questa separazione tra mente e corpo… l’energia, il desiderio, le sensazioni, le emozioni e lo spirito sono fenomeni marginali ed inutili. Il corpo è uno strumento della mente, e non c’è bisogno di portarci attenzione se non quando si sta male, o quando bisogna mangiare o lavarsi.
Il corpo non ha bisogno di altre attenzioni, secondo questa visione.
L’inizio di questo processo risale a Cartesio e al suo ‘Penso dunque sono’.
Cartesio ha rimosso il corpo dalla filosofia occidentale in una sola frase. Le emozioni, quello che sentiamo, le sensazioni sono cose che accadono e dobbiamo imparare ad ignorarle e dominarle, in favore della razionalità.
Questo assunto implica che ‘sentire’ con il corpo non ha nessuna legittimazione.
Ma in questa separazione, abbiamo anche separato noi stessi da tutto il resto – la coscienza, la spiritualità, ANCHE la salute emotiva possono essere trovate solo fuori dal corpo.
Anche il sesso diventa, implicitamente, inutile.
E’ ovvio che così non va.
E non solo perchè non è giusto.
Ma perchè quando il corpo non è considerato in TUTTO quello che fai – nelle decisioni, nelle scelte, nelle azioni quotidiani personali e professionali, quelle azioni, quelle decisioni e quelle scelte sono giuste solo per la mente – e non per tutta la persona.
Ricominciare a ‘pensare col corpo’ è fondamentale per ottenere migliori risultati e performance.
Ma riconnettere mente e corpo ad unità non è qualcosa che puoi fare solo con la mente. E’ qui il paradosso. Serve un processo lineare per farti riaccedere a questo tipo di consapevolezza, di intelligenza e di performance.
Quando mente e corpo si uniscono nella tua percezione diverse abitudini, comportamenti e interpretazioni del mondo diventano, semplicemente, non più necessarie.
In poche parole: in te succedono dei cambiamenti profondi senza che tu debba neanche pensarci.
Perchè molte delle scelte sbagliate e delle azioni che facciamo e che ci portano risultati ‘poveri’ sono mantenuti ed integrati a livello della muscolatura, degli organi e del sistema nervoso.
Utilizzando un approccio somatico questi schemi poco funzionali possono essere cambiati, e puoi cambiare tu.
E poi puoi cambiare la risposta degli altri in relazione a quello che fai e che dici tu. A lavoro e nella vita personale.
E’ di questo che parleremo nel corso Mind Reading che terrò il 26 e 27 aprile a Roma.
Lavoreremo dalle 9.30 alle 17 sabato e domenica in zona San Giovanni – in un luogo comodo sia se arrivi con i mezzi che con la tua macchina.
Guarda il programma del corso ed iscriviti qui
Ovviamente riceverai tutte le informazioni logistiche immediatamente dopo l’iscrizione.
Ti aspetto!
Simone Pacchiele
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