Non ci sono molte cose che so fare davvero bene. non ci sono neanche molte cose che mi piace davvero fare, non ho molte ‘passioni’.
Suonare (male) due o tre strumenti
Muovermi ogni giorno un paio d’ore, in qualsiasi modo sia possibile
Generare cambiamento e risultati per le persone (bene) ed insegnare il ReSonance
4 anni fa ho introdotto nel mondo del coaching italiano alcune idee come quella di ‘direzione, non obiettivi’ o di ‘successo partendo dalla propria identità e con minore sforzo’.
All’epoca si parlava solo di motivazione o di PNL, o di ‘ascolto empatico’, o di ‘potenza della mente’. L’idea che il coaching per essere definito efficace dovesse produrre dei risultati misurabili era inconcepibile.
Quando dicevo ‘si va bene la potenza della mente, ma cosa è cambiato per te da prima a dopo il corso?’ la gente guardava per aria non sapendo cosa rispondere.
Oggi queste idee fortunatamente iniziano ad essere diffuse. Ma queste idee senza il metodo dal vivo che le implementa, non sono il ReSonance.
Tre anni fa ho introdotto la settimana intensiva di coaching. Gli ‘esperti’ delle scuole con programmi infiniti con un numero infinito di slide powerpoint mi hanno detto che non era possibile un corso che in 7 giorni desse la possibilità di imparare bene le basi di un modello di coaching efficace.
Oggi è tutto un fiorire di corsi settimanali con diploma (ugualmente, non è un diploma di coaching ReSonance).
Perché alla fine le parole che usiamo tutti sono quelle. Direzione, obiettivi, allineamento.
E’ il tipo di lavoro che fai dal vivo in un corso di coaching che fa la differenza. Ed il ReSonance è un approccio eccezionale nel mettere le persone in grado di ottenere più risultati.
Non è il racconto ti un risultato. Non sono storie che ti racconto. E’ un ‘posto’ dove vai e dove cambi interamente il modo in cui ti relazioni con quello che c’è intorno a te. In maniera naturale.
Nel ReSonance lo facciamo mettendoti in grado di allineare la parte razionale e semantica attravero cui produci risultati con quella somatica e pre-cognitiva e narrativa. Non facendoti vedere delle slide o dei filmati, o parlandoti delle ’emozioni’.
C’è una favola che mia nonna da bambino mi raccontava spesso e che credo abbia influenzato il modo in cui guardo alla realtà e ‘leggo’ attraverso la realtà.
Si chiama I vestiti nuovi dell’imperatore o ‘Il re è nudo’.
E’ la storia di un imperatore completamente dedito alla cura del suo aspetto esteriore. Un giorno due esperti di marketing arrivano in città facendo credere di commercializzare un nuovo e formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso, che ha la capacità di essere invisibile alle persone sciocche e indegne.
La claque del re non riesce a vederlo; Ma per non fare la figura degli stupidi, fanno i complimenti al re per il gusto che ha avuto nell’acquistare proprio quel tessuto. L’imperatore, convinto, acquista dagli esperti di marketing un abito.
Quando questo gli viene consegnato ovviamente l’imperatore si rende conto di non essere neppure lui in grado di vedere niente. Ma per non fare la figura dello stupido, anche lui fa finta di vederlo.
Parata generale: il re sfila senza vestiti con tutti i sudditi che applaudono di fronte a una folla di cittadini i quali applaudono e lodano a gran voce l’eleganza del sovrano, pur non vedendo niente.
L’incantesimo è spezzato da un bimbo che, sgranando gli occhi, grida con innocenza “Il re è nudo!.
Fine della favola.
Cosa genera risultati misurabili? Cosa è solo ‘eccitazione’ ed adrenalina del momento? Cosa ho imparato? Cosa sono capace di fare adesso che prima non sapevo fare. Cosa è cambiato nella mia vita negli ultimi 3 mesi. A che punto sono arrivati i miei colleghi più anziani, hanno avuto benefici rilevanti o no?
Queste sono le domande che secondo me ti permetteranno di fare un passo in avanti nella capacità di lavorare con gli altri. E di vedere se il re è nudo.
Alla prossima!