Appena tornato da Verona dove ho tenuto la settimana intensiva ReSonance.
Una riflessione a caldo, dopo aver insegnato ad un bel gruppo di partecipanti a lavorare con un paradigma per la performance realmente efficace.
All’inizio erano sorprese perché davanti non avevano davanti un altro che le pompava a botte di motivazione. Sconcertate, addirittura.
“Ma se crederci di più non mi serve ad ottenere risultati migliori, allora cos’è che funziona?”
E’ ora di dirlo che caricarti come una molla ed esaltarti non vuol dire che dopo sarai una persona che genera performance migliori, e non vuol dire che sarai un leader migliore.
E’ ora di dirlo che la motivazione e la leadership a colpi di carboni ardenti sono un’illusione.
Sono un’illusione perché creano dipendenza (letteralmente: viene rilasciata Dopamina).
Sono un’illusione perché portano le persone alla delusione che ne consegue, portandole a cancellare i dati di realtà che gli arrivano dall’esterno.
Le illudono che basta crederci forte.
Incontro in questi contesti un gran numero di persone che – senza migliorare contestualmente le proprie abilità – credono di essere ‘speciali’ o migliori solo perché si sentono cariche e motivate.
Persone che lavorano in azienda, gestiscono team di collaboratori e dipendenti, sono inserite in processi produttivi e decisionali.
Illuse (senza che ne abbiano colpa) di essere migliori, quando in realtà stanno solo cancellando i dati relativi ai risultati che non stanno ancora ottenendo, e si stanno ‘staccando’ dalla realtà oggettive che misura i risultati.
Chi è impegnato in processi produttivi reali ed è sul serio attento ai risultati lo sa già. La motivazione può servire per fare ‘alzare dal divano’ persone spente. Ma non per metterle in grado di ottenere risultati migliori.
E’ questione di come funzioniamo biologicamente e neurologicamente, non di opinioni.
In sostanza: una massa di esaltati incapaci di agire, pensare e decidere in maniera fluida ed efficace.
Chi guarda ai risultati reali cerca altro. E non è un caso che in Università Bocconi tengo corsi basati sul ReSonance da alcuni anni.
Un sistema per migliorare i risultati che NON parte dalla motivazione
Con la motivazione le persone sono più determinate ma hanno un set di filtri neuro-cognitivi che gli permettono di vedere MENO cose del contesto in cui operano.
E come conseguenza tagliano e lasciano fuori PIU’ dati e micro-informazioni di quelle di cui avrebbe bisogno per decidere ed agire meglio.
La motivazione è un approccio efficace per metterle in moto se sono spente. Meno efficace per i risultati che con quella motivazione e carica genereranno.
Il ReSonance è un sistema completo per migliorare i risultati di persone, team e organizzazioni, ed utilizza un approccio che non agisce sulla parte di motivazione, ne su competenze puramente intellettuali e mentali… ma sulla capacità di ‘filtrare’ meglio la realtà e di lasciar ‘passare’ più dati e informazioni per prendere decisioni ed agire velocemente.
Bisogna lavorare da una prospettiva diversa nella formazione che riguarda i comportamenti e la performance.
E’ possibile farlo. Esiste un approccio che non lavora sulla motivazione, e neanche sulla parte esclusivamente mentale e razionale della ‘comprensione della performance’.
Nel ReSonance lavoriamo ad un livello completamente diverso. Potrei dirti che agiamo sulla capacità di portare attenzione e di pre-vedere invece che sulla motivazione… ma probabilmente non ti sarebbe chiaro in questo momento.
Posso dirti solo che funziona davvero.
Datti una possibilità di sperimentarlo dal vivo a settembre con zero rischio da parte tua (se non l’investimento di qualche ora del tuo tempo).
A Roma, sabato 9 settembre | A Milano domenica 17 settembre.
==> Guarda il programma di ReSonance Start <==
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