
Ho avuto la mia fase di innamoramento per la ‘produttività’ e la gestione del tempo ai tempi dell’Università.
Quando ho iniziato a lavorare, mentre leggevo sempre più blog sulla produttività (visto che ormai sapevo gestire il tempo 😉 ), ho iniziato a fare piccole modifiche nella mia vita: programmare nel dettaglio la mia giornata, tenere il telefono fuori dal mio spazio di lavoro e non aprire il computer dopo cena.
Ho iniziato a modificare le mie abitudini quotidiane, organizzandole in routine di pratica efficace.
Il fatto è che però la realtà non ha mai creduto molto alla mia visione della giornate “perfetta”.
Il mondo mi presentava continuamente eventi non pianificati e imprevisti che modificavano il mio programma e impedivano alla giornata perfetta che avevo in mente di manifestarsi.
Cose da fare che richiedevano una attenzione immediata per evitare catastrofi.
Oppure l’incapacità di mantenere l’attenzione per il tempo che avevo programmato, semplicemente perché mi ero svegliato in una giornata no.
Quando programmi la tua giornata come se dovesse girare da sola come se avesse un pilota automatico questa cosa non funzionerà quasi mai, se non per un brevissimo periodo.
Ci saranno sempre battute d’arresto. Ti sveglierai tardi, impiegherai più tempo del previsto nei progetti, e lotterai contro il tempo perso perché una riunione è durata 3 ore invece di 1.
In più adattare la mia settimana ideale a circostanze non pianificate mi faceva sentire ancora meno efficace di prima.
Quando confrontavo la mia settimana pianificata con quella reale, mi sembrava di non aver concluso nulla. Ero frustrato. Ero sempre a disagio.
Evitavo di aprire il mio calendario perché non mi piaceva sentirmi “indietro rispetto al programma”.
La mia settimana reale sembrava sempre diversa dalla mia settimana pianificata.
La differenza è arrivata però quando ho spostato l’attenzione sul migliorare gradualmente, piuttosto che sul seguire la perfezione.
Ho imparato che la perfezione era il riferimento sbagliato.
E che dovevo cambiarlo: e l’ho fatto spostando il mio standard dall’avere la mia settimana come avevo pianificato a fare meglio della mia settimana precedente.
Anche se questo meglio consisteva nell’aver passato 30 minuti in più a scrivere della settimana precedente, questi piccoli miglioramenti mi motivavano, e soprattutto erano misurabili in positivo.
Tutta un’altra cosa rispetto a stare sempre in difetto rispetto al programma.
È interessante iniziare notare anche come anche in azienda i team lottano continuamente con il perfezionismo.
Ne parliamo la prossima volta.
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