Brevissima nota introduttiva: sono Simone Pacchiele e trovi qualcosa su di me qui.
Da più di 15 anni aiuto persone, team e organizzazioni a generare performance migliori partendo dalla propria identità.
Dal 2011 tengo corsi in Università Bocconi sui temi della performance e dell'empowerment.
Nel 2014 ho creato il gruppo Coaching Italia.
Cliccando qui trovi molte risorse gratuite su questi temi.
Buona lettura.
In molte professioni le ore di lavoro corrispondono alle ore in cui le tue performance vengono misurate con continuità.
Se fai un lavoro 'normale' di solito ci si aspetta che tu svolga una attività che aggiunge valore agli altri per tutto il tempo in cui lavori.
Poi ovviamente non è così, ma l'aspettativa di un professionista ideale è questa: se lavori 8 ore devi produrre comunque più risultati di qualcuno che lavora 4 ore.
Se sei un programmatore, vieni pagato per scrivere software.
Se sei un commercialista, vieni pagato per aiutare le persone a risolvere i problemi fiscali.
Ma in alcuni lavori, le performance sono molto più indipendenti dal tempo che ci metti per generarle. Ed allo stesso tempo le performance per cui sono pagati davvero vengono generate in MOLTO MENO TEMPO del tempo totale in cui sono ingaggiate in qualche attività professionale.
Ad esempio per un giocatore di calcio che gioca in serie A il tempo che dedica davvero alla sua prestazione è durante le partite con le squadre avversarie.
Il tempo di gioco è ciò che crea il valore di TUTTO il resto… le magliette con il suo numero che vendono a 120 euro, gli sponsor, il brand di abbigliamento che crea, le ospitate e così via.
Ed anche il resto del tempo… quello degli allenamenti non è tempo di performance pura… è tempo di preparazione alla performance.
Allenamenti e allenamenti che servono perché la 'magia' avvenga… ma non sono ancora l'espressione più alta delle loro potenzialità.
Ovviamente un giocatore di alto livello tutto questo lo sa benissimo: se smette di far avvenire 'la magia' in campo anche tutte le altre attività smettono di esistere. Non hanno più senso le ore di lavoro per fare la pubblicità, da dedicare agli sponsor, forse neanche quelle dedicate con tanta intensità agli allenamenti - anche se questa cosa sembra paradossale.
Il fatto è che lo stesso principio funziona anche per chi non è un calciatore di serie A.
Qual è la parte del tuo lavoro che più si avvicina alle prestazioni di un atleta professionista?
Dove è che davvero generi le performance che hanno valore per te?
Molto probabilmente le tue ore di lavoro non sono tutte uguali in termini di valore.
Alcune attività possono avere più impatto di altre, soprattutto quando si tratta di avanzamento di carriera o di successo commerciale.
Quali sono le tue attività critiche?
E dove metti il tempo per affinarle e testarle?
E dove lo spazio per la sperimentazione di nuove cose?
Ti faccio un esempio.
Il lavoro critico, dove genero performance è quando faccio realmente coaching 1 a 1 o in gruppo nei corsi.
In quel momento le persone si accorgono di come una padronanza degli strumenti che insegno fa tutta la differenza del mondo sulla LORO performance.
Lì è dove io faccio la mia 'magia', cioè dove genero i miei risultati migliori.
Questo è uno spazio di performance 'pura' per me.
Ma a volte mi riservo del tempo durante le sessioni 1 a 1 nei corsi per sperimentare approcci nuovi che non so ancora dove porteranno esattamente (anche se ne ho un'idea) per vedere se posso migliorare ancora quello che faccio. Questo diventa un momento di 'allenamento' all'interno della mia performance.
Stessa cosa per le campagne pubblicitarie e dagli articoli che scrivo, come questo.
Sono un pezzo di performance e, in parte ancora superiore, di sperimentazione.
La realtà è che devi imparare a fare due cose.
- Capire dove sono davvero le tue performance critiche… quelle da cui dipende tutto il resto (leggi: che se non ci fossero quelle non ci sarebbero neanche le altre attività). E metterle in ordine da questo punto di vista. Dove generi i tuoi risultati sul serio.
- Mantenere uno spazio di sperimentazione per testare se la tua performance è continuamente migliorabile.
E farlo anche nelle attività che non sono di performance 'pura' per capire se possono diventarlo… o comunque avere un impatto maggiore sui risultati complessivi che ottieni.
Insomma imparare a passare da una cornice all'altra… performance e sperimentazione. E metterti in grado di rinforzare queste due cornici a vicenda.
Questo è quello che fanno i professionisti della performance.
Ed è ovvio che farlo dalla posizione generativa rende le cose ancora più semplici, perché ti consente di rimanere aperto ai dati di ritorno del test durante la fase di sperimentazione… e di avere tutta l'attenzione sulla performance nei momenti critici.
Ne parliamo al ReSonance.
www.coachingclub.it
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