Parliamo di obiettivi perché sembra essere, in un certo mondo della formazione in Sviluppo Personale, la prima cosa su cui gli operatori si concentrano.
E in cui spesso fanno danni.
Il vero segreto del lavorare per obiettivi è di sceglierli accuratamente.
Per questo nel ReSonance passiamo una buona parte del lavoro di Coaching a ‘smontare’ gli obiettivi delle persone.
Perché spesso le persone scelgono i propri obiettivi secondo ‘valori sociali’: obiettivi appresi dalla società.
Qualcosa che pensano che dovrebbero fare o dovrebbero raggiungere.
Obiettivi che non gli appartengono veramente.
Per questo nel ReSonance parliamo di autenticità.
Perché gli obiettivi che ti poni o sono davvero i tuoi, o ci metterai tanta fatica per raggiungerli.
Diventare commercialista renderà più felice te o i tuoi genitori?
Invece, guarda alla tua situazione personale e chiediti: “Questo obiettivo una volta raggiunto renderà migliore la mia relazione o la mia salute?”
Per quanto poco ortodossa ti sembrerà questa domanda, soprattutto se posta in ambito professionale in cui la maggior parte delle volte faccio Coaching…
Devi sapere una cosa:
se un obiettivo va in conflitto con i tuoi bisogni primari di sopravvivenza (o meglio, se il tuo sistema limbico percepisce un conflitto tra l’obiettivo che ti dai e la sopravvivenza) non ci sarà modo di raggiungerlo.
I tuoi bisogni di sopravvivenza tipicamente ricadono in una di queste tre categorie: salute, sesso, status sociale (che include i soldi).
Guarda qualsiasi campagna pubblicitaria, e vedrai queste categorie all’opera per far scattare un bisogno di sopravvivenza e una decisione.
L’istinto di sopravvivenza ci dà quindi la spinta per muoverci verso qualcosa.
Alcune delle decisioni che si sono rivelate buone per te (per esempio: il lavoro che hai oggi, o l’università che hai scelto) magari sono scaturite probabilmente da un bisogno di sopravvivenza.
Dall’altro lato mangiare meno o smetter di guardare serie televisive non sono obiettivi che contengono all’interno una componente di sopravvivenza.
Quindi da una parte c’è l’esigenza di collegare gli obiettivi che ti poni a rafforzare uno dei tre elementi di sopravvivenza per aumentare la possibilità di successo.
Questo è un primo passo, un inizio che apparentemente risolve definitivamente che si incontra nel raggiungere gli obiettivi.
C’è però un GROSSO problema.
Quando si agganciano i propri obiettivi a bisogni di sopravvivenza, questi obiettivi partono da una valutazione di brevissimo respiro.
Pensaci un attimo:
Hai fame e vuoi mangiare
Vedi un partner che ti piace e vuoi accoppiarti
Stai male e vuoi guarire
Tutte queste situazioni legate alla sopravvivenza sono situazioni che contemplano una breve finestre temporale.
Se hai fame vuoi mangiare SUBITO.
E così per le altre situazioni.
Ma le decisioni dettate dal ‘lo voglio adesso e lo voglio subito’ molto spesso non sono buone decisioni se valutate nel lungo periodo.
E’ per questo che mangiamo (perché la fame è uno stimolo dettato dalla sopravvivenza) anche quando sappiamo che non dovremmo.
E che scegliamo un lavoro che non ci piace perché in quel momento ci sembra di garantirci la sopravvivenza e dopo 10 anni ci troviamo ancora in quel posto di lavoro.
Ed è attraverso la complessa rete di interazioni tra neurotrasmettitori che la sopravvivenza viene garantita convincendoci di volere alcuni obiettivi invece di altri.
Nei corsi ReSonance ripeto sempre che come esseri umano siamo tarati per sopravvivere, non per ‘avere successo’.
O meglio: che quando ci siamo evoluti nella forma attuale il Successo coincideva con il sopravvivere.
Mangi tanto perché non sai se domani troverai qualche provvista
La sopravvivenza, quindi, ragiona per obiettivi di breve visione.
Ed è difficile staccarsi dagli obiettivi di breve visione perché la neurochimica ti mantiene lì.
Tu puoi anche decidere razionalmente di muoverti in un’altra direzione, ma se il tuo sistema limbico ti fa volere ciò che soddisfa un percepito bisogno di sopravvivenza istantanea non riuscirai a spostarti da lì.
Come fare allora per insegnare al tuo cervello e al tuo corpo a scegliere degli obiettivi che rappresentino il successo per quello che oggi come uomini lo intendiamo?
Come fare per ‘riscrivere’ a livello limbico e somatico oltre che razionale la percezione che se non mangi quel piatto in più di pasta non morirai di fame, e che non c’è bisogno di prendere SOLO decisioni a breve termine perché nessuno in realtà minaccia la tua vita?
Come fare per re-insegnare al tuo corpo a lavorare con neurotrasmettitori diversi rispetto ad obiettivi di lungo termine?
Te lo spiego nel percorso di Mastery ReSonance
==> www.masterclassdicoaching.com
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