Una delle cose su cui porto molta attenzione quando faccio coaching con un cliente è quanto è capace di funzionare in base ai propri cicli di efficacia.
Ci sono contesti in cui più ti impegni a lungo, e più sei figo.
Sai quando qualcuno dice ‘adesso non mi fermerò fino a quando non avrò finito questa cosa’?
Ma le persone funzionano bene in base ad un ciclo di efficacia determinato: schemi di lavoro e di riposo che spesso non coincidono con i cicli di riposo e lavoro che realmente implementano.
Mettila così: le persone nel generare performance smettono di essere efficaci prima di quando smettono di lavorare e decidono di riposarsi.
Abbiamo una comprensione dei cicli in cui siamo attivi o non recepiamo/elaboriamo informazioni che è falsata, e in realtà – soprattutto in base alle performance che ci vengono richieste da altri – ci prendiamo in giro da soli su quanto a lungo riusciamo ad essere efficaci.
Lo facciamo determinando delle soglie che riusciamo a riconoscere, ma che non descrivono il periodo ideale in cui siamo efficaci.
E raccontiamo che abbiamo ‘lavorato’ tutto il giorno.
E poi ci creiamo dei rituali che stabiliscono l’entrata e l’uscita dal ‘lavoro’. E all’interno del lavoro in realtà siamo capaci di generare performance solo per brevi momenti al massimo e nel resto del tempo rimaniamo nella zona di comfort.
Da questo punto di vista il modo in cui organizziamo il lavoro, ma anche in cui pratichiamo sport, ci alleniamo (quando vogliamo allenarci seriamente), ci esercitiamo con uno strumento… segue delle regole di autoinganno…
Questo sono le abitudini: una maniera rituale di sostenere un livello di attenzione nel lavoro che non corrisponde al periodo di tempo in cui siamo davvero efficaci, ed un modo di accontentare il ‘sistema’ che ci vuole a lavoro ogni giorno, 8 ore al giorno, tutti i giorni con l’illusione di essere produttivi per tutto il giorno quando in realtà la quantità di tempo che siamo davvero produttivi è enormemente più basso.
Ma se andare in ufficio tutti i giorni è una abitudine che contrasta con l’efficacia lo è anche allenarsi tutti i giorni per due ore. E se non ci credi chiedilo a Vince Gironda, primo allenatore americano di Arnold Schwarzenegger e capace di mettere in forma decine di star di Hollywood in settimane invece che in mesi.
Lavoriamo troppo e male.
Se si tratta di soddisfare dei requisiti esterni per cui possiamo dir di aver lavorato 8 ore o di esserci allenati per due ore tutti i giorni va anche bene.
Ma questo va a scapito di due cose:
la prima è che perdiamo la capacità di distinguere quando generiamo performance reale da un comportanento medio.
La seconda è che perdiamo l’abilità di rilassarci completamente e di performare completamente.
Di passare dallo 0% al 100%. Dallo stato di assoluto riposo ad uno stato di tensione totale. Quello che fa un felino in natura quando caccia. Passa il 98% del suo tempo in totale rilassamento e sviluppa il massimo della sua potenza in pochissimi secondi, e alterna questo ciclo della performance più volte, piuttosto che cacciare per 8 ore.
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