Fantozzi e la formazione – prima parte.
Se Paolo Villaggio potesse scrivere oggi un nuovo episodio di Fantozzi, dedicherebbe sicuramente una parte del nuovo film ai corsi di formazione aziendale.
La scena è più o meno questa:
Il Megadirettore Galattico organizza per tutti gli impiegati della Megaditta il ‘corso di comunicazione efficace’ a cui tutti devono partecipare, pena la deportazione nella Grande Miniera di Serbariu in Sardegna.
In realtà è andata così: la Megaditta riserva un tot di formazione all’anno come benefit sancito dal contratto nazionale per i dipendenti da un certo livello in su.
Perché la ‘formazione si deve fare’, ‘chi non si forma si ferma’ e tutte le narrative tipiche del miglioramento professionale, e se l’azienda non la fa appare retrograda e non al passo col mercato.
In realtà al management della Megaditta importa pochissimo che i dipendenti migliorino davvero le cosiddette ‘soft skill o le abilità di leadership o di vendita’.
Le cose vanno bene così, per mantenere lo status quo e i piccoli centri di potete costituiti.
Il management mette a disposizione una serie di corsi (tendenzialmente inutili, scelti ottimizzando i costi e la percezione di adeguatezza da parte dei dipendenti), e i dipendenti scazzati e già abituati ad annoiarsi durante i corsi imposti dall’alto scelgono un po’ alla meno peggio dal catalogo.
Caso reale: visto qualche anno fa dipendenti di una grande banca scegliere un “corso di memoria”, vale a dire mnemotecniche stile anni ’80.
Risultato: una formazione totalmente inutile sul piano funzionale e una vera perdita di tempo per l’azienda (a cui non interessa il miglioramento dei propri dipendenti) e per i dipendenti che la prendono come un riposo forzato di due giorni, per poi accelerare per rimettersi al passo sul lavoro vero.
In realtà ci sarebbero tantissimi aspetti su cui i dipendenti della Megaditta potrebbero e vorrebbero migliorare.
I più intraprendenti e consapevoli di questi se ne occupano personalmente e si iscrivono – pagando con i loro soldi – ai corsi che ritengono davvero validi.
Tutti gli altri continuano a fare i corsi di memoria come contentino.
Quali opportunità nasconde per un formatore indipendente questa stato di fatto della formazione aziendale italiana?
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