
Brevissima nota introduttiva all’articolo, che ho scritto il 25 luglio 2019: sono Simone Pacchiele e trovi qualcosa su di me qui. Da circa 15 anni faccio ricerca nella formazione ed erogo formazione ad aziende, Università e privati.
Dal 2011 tengo corsi in Università Bocconi sui temi della performance e dell’empowerment.
Ti aspetto nel Gruppo Coaching Italia per discutere di questi argomenti.
Il vero problema della formazione aziendale è che c’è un committente – l’azienda – che ingaggia un formatore (o una società di formazione) e lo paga per fare gli interessi dell’azienda, ma non quelli delle persone a cui insegnerà.
Si potrebbe pensare che gli interessi dell’azienda – nella formazione – siano gli stessi dei dipendenti. A volte questo è vero, molto spesso no.
Finché si tratta di formazione puramente tecnica, va anche bene. Arriva il trainer che spiega il nuovo software o il nuovo macchinario. E le persone apprendono nozioni tecniche che useranno in azienda dl giorno successivo.
Ma quando si parla di abilità comportamentali, della capacità di prendere decisioni, di comunicare, di guidare un team, di vendere… è qui che iniziano ad emergere i problemi.
Problemi personali e problemi tra i membri dell’azienda.E questo nella formazione aziendale NON DEVE succedere.
Ed è per questo che la formazione aziendale è spesso è POCO EFFICACE.
E NOIOSA.
Perché i contenuti sono progettati ed erogati per rimanere volutamente in superficie e non andare a toccare le zone critiche. Che è in realtà dove si annidano le perdite di performance e dove l’azienda potrebbe migliorare davvero.
In sostanza… queste aree se toccate potrebbero far emergere situazioni che una volta cambiate potrebbero permettere alle persone di funzionare con efficacia. E di far crescere davvero l’azienda.
Ma potrebbero a volte anche generare in alcuni elementi comportamenti e decisioni che apparentemente non vanno a vantaggio dell’azienda.
O richiedere cambiamenti organizzativi o di processo che l’azienda in quel momento non è disposta a introdurre.
Persone che vogliono cambiare team. Che si dimettono. O che entrano in conflitto con i colleghi o con la dirigenza.
E’ l’azienda a pagare. E se l’azienda paga non vuole casini.
Vuole dipendenti formalmente più preparati, vuole poter dimostrare che ha investito soldi in formazione e che sta facendo tutto il possibile per migliorare.
Ma non vuole scossoni, e soprattutto non vuole persone che pensano in maniera divergente dall’azienda.
Vuole persone che idealmente siano più efficaci ma che continuino ad obbedire – giustamente – ai piani che vengono dall’alto.
E pur di non avere problemi preferisce NON MISURARE il ritorno in termini di efficacia della formazione che lei stessa ha pagato.
E’ possibile sanare questo conflitto che è alla base della formazione aziendale?
Perché in realtà le cose stanno MOLTO peggio di così. Nelle prossime ‘puntate’ ti racconterò un po’ di orrori relativi alla formazione aziendale.
Continua a seguirmi…
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