Forums › Forums › Coaching ReSonance › Ricevo una mail sulle certificazioni di Coaching
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Simone.
- AutorePost
- Aprile 16, 2020 alle 3:01 pm #141
Ricevo oggi una mail da un lettore del libro ‘le 3 Regole della Performance’.
Ciao Simone, mi chiamo Nicola, non ho ancora letto il libro ma ho guardato un po’ il tuo sito e qualche video.
Sono cantante, cantautore, attore e insegnante di canto/voce e stavo cercando un corso di coaching (o qualcosa di simile) per allargare le mie conoscenze e per poter migliorare il mio lavoro di formatore/consulente che già sto facendo.
Ma i corsi di Coaching “certificati” costano un fracco di soldi e soprattutto non mi ispirano per niente, anzi.
Poi sono incappato nel tuo sito usando la parola chiave resonance e quello che dici e come lo dici mi piace molto.Rispondo velocemente sulla questione certificazioni.
ciao Nicola
sarò breve
non esistono corsi di coach certificati o meglio più certificati di altri.
I corsi di coaching sono tutti egualmente certificati.
Il mio come tutti gli altri.
quindi quello che pagheresti in più è… niente 😉
(questo lo dice la legge 4/2013 non io)E anche le cosiddette norme UNI (di cui è attiva solo la prima che definisce in realtà solo gli ambiti di applicazione del Coaching) in realtà certificano non la competenza ma l’adesione a certi standard definiti non certo dallo stato.
E in ogni caso è sempre il singolo coach che andrebbe a ‘certificarsi’ con questi standard, ma mai il corso ad essere certificato.Quindi CHIUNQUE parli di corsi certificati di Coaching o parla a sproposito o parla di una certificazione rispetto ai propri standard che sono appunto dati da sé stesso.
Un bene, un male?
In realtà la legge 4/2013 ha regolato il coaching ed altre discipline non ordinistiche proprio evitando che ci fossero albi o enti che regolassero monopolisticamente la cosa visto che in tutti i paesi dove ancora ci sono gli albi professionali l’efficacia e le performance di quei professionisti si sono rivelate inferiori.
Poi ci sono i furbetti di alcune scuola che cercando di lavorare sulla buona fede delle persone inventando sigle, federazioni e associazioni ‘uniche detentrici’ del bollino sul coaching…
ma è interessante notare che poi queste federazioni e associazioni godono di un minimo di popolarità solo da noi in Italia e all’estero, anche negli USA dove nascono, sono praticamente sconosciute. (e questo è verificabile con una rapida ricerca su google).
Da cosa dipende questa ‘credulità’ specifica italiana? Probabilmente da una abitudine vessatoria alle marche da bollo o al ‘certificato che attesta che puoi’… pratica conosciuta solo da noi, e che ha origine forse all’epoca in cui Napoleone conquistò l’Italia e la burocratizzò…
Ma legalmente questa è una cosa totalmente inesatta.
- Aprile 16, 2020 alle 5:08 pm #142
Non solo, molte scuole che “certificano” hanno già ricevuto una bella tirata d’orecchie dal MISE perché in Italia esiste un solo organismo che può certificare, e non sono certo le scuole di coaching.
- Aprile 17, 2020 alle 7:27 am #150
In realtà c’è di più.
La cosiddetta ‘certificazione’ di coaching è qualcosa di assolutamente privato ed è gestita dall’ente nazionale italiano di unificazione.
Ed è sempre a livello di persona, di singolo individuo non di corso o di scuola.
NON esiste MAI un corso o una scuola di coaching ‘certificati’ o che può formare dei ‘coach certificati’.
Certificato semmai potrebbe esserlo la singola persona che dopo la scuola va a certificarsi presso un ente esterno. Prende la sua valigetta e va a prendersi il pezzetto di carta da solo DOPO che ha fatto una scuola di coaching (quando sarà possibile fare questa cosa, perché le norme UNI per il coaching ancora sono incomplete).Cosa vuol dire?
Che alcune associazioni o scuole di coaching, scontente del fatto che con la legge 4/2013 avevano perso il diritto di dire (senza motivo) ‘noi siamo quelli bravi perché vi diamo il pezzo di carta più pezzo di carta di tutti’ hanno spinto per avere almeno qualcuno che desse a loro un pezzo di carta.
E lo hanno trovato in questo ente di certificazione.
Che però ‘certifica’ cosa?
Che l’aspirante coach si uniformi a delle regole di condotta e degli standard che hanno detto loro stessi ad UNI.
Ed è questa la cosa che fa sorridere.
Perché UNI in realtà non è un ente che conosce il coaching. Come non conosce di nessuna altra disciplina che ‘certifica’.
Si va da UNI, gli si dice ‘noi vogliamo che quelli che vengono qui mandati da noi per potersi certificare in coaching devono dire così così e così.
E UNI questo fa.
In sostanza: anche se esistesse una certificazione ufficiale di coaching potrebbe ‘certificare’ molto poco perché il Coaching è una attività la cui qualità è difficilmente misurabile ex-ante: serve vedere i risultati effettivi che genera per le persone.
Ti racconto una storia: una decina di anni fa qualche genio è andato da UNI e ha detto creiamo la certificazione di fotografo.
Beh a distanza di 10 anni i fotografi certificati UNI sono una manciata.
Ma perché è chiaro: una certificazione di fotografo secondo questi standard non certifica che farai una buona fotografia.
Certifica che userai una macchina fotografica adeguata (ce l’hanno tutti ormai), che sai come accenderla, che sai premere sul tasto per fare click, che sei in grado di strutturarti per consegnare i tuoi lavori in tempo al cliente, che sai quali sono gli standard di lavoro del tuo settore.
Ma non che farai delle foto decenti.
Detto ancora più chiaramente: puoi fare delle foto storte, sfocate e bruttissime… ed essere un forografo certificato. Perché la certificazione non si occupa del fatto che tu sia un buon fotografo.
Questo è il livello.
Una certificazione UNI è una certificazione sugli standard ESTERNI. Non entra nel merito delle tue capacità.
Può aumentare la possibilità
.. che accolga il tuo cliente in uno studio ben areato e illuminato
.. che dica quello che ti hanno detto di dire in quella scuola o federazione o associazionema non dice mai nulla sulle tue capacità o abilità di coach, semplicemente perché non nasce con questo scopo.
Non parliamo poi di quello che sostengono che il loro è l’ “unico corso universitario di coaching in Italia’. Lì c’è un discorso simile da fare ma ne parleremo.
E io spero che questa serie di post consenta di toglierci di mezzo il ‘problema certificazione di coaching’ (inesistente) e iniziare a concentrarsi sulla capacità di generare risultati reali e misurabili che a volte nel coaching italiano è quantomeno discutibile.
Buona giornata.
Simone
- AutorePost
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