Forums › Forums › Apprendimento › Fare l’università a 35 o 40 anni
Taggato: Apprendimento
- Questo topic ha 4 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 2 anni, 11 mesi fa da
Simone.
- AutorePost
- Aprile 19, 2020 alle 10:01 am #165
Leggo in giro in questi giorni post di persone che hanno deciso di iscriversi all’università a 35 o 40 anni.
Magari perché in questo periodo di stop dovuto al coronavirus hanno deciso di ‘usare meglio il tempo’ e riprendere magari un desiderio che avevano a 18 anni.
Io ho le mie idee su quanto sia importante l’università nel 2020, e ve le dico nei commenti che aggiungerò a questo thread.
Ma voi di questo fatto di iscriversi ‘da grandi’ cosa ne pensate?
Sono realmente curioso.
- Aprile 19, 2020 alle 4:29 pm #167
Forse acquisire un metodo e seguire un percorso strutturato cosa che in auto apprendimento e molto più difficile è richiede molta autodisciplina.
- Aprile 20, 2020 alle 10:38 am #169
Vi dico la mia sulla laurea a 40 anni.
io penso che l’università vada a fatta a 18-20 anni.
Non perché sia inutile o meno bello farla dopo.
Se uno ha sempre avuto il sogno di laurearsi e non è riuscito a farlo a 20 anni non vedo perché non possa farlo da più grande
(Anche se molte università ‘serie’ non accettano persone troppo adulte ai loro corsi di laurea, soprattutto le business school).
Il punto è che se lo fai come ricerca o rivalsa personale e per passione ok…
ma a chiunque viva il mondo del lavoro vero sa bene che dopo la laurea è il momento in cui si inizia ad imparare davvero.
Perché è quello che ti mette in grado di generare risultati nel mondo vero.
Se già lavori da 10-15 anni e pensi che una laurea, di per sé, ti farà crescere a lavoro secondo me puoi scordartelo (a meno che non lavori nel settore pubblico, e lì è un altro discorso).
L’università serve a darti tante cose: un metodo di studio, la capacità di essere resiliente, di sopportare le frustrazioni, di svegliarti presto per prendere i posti a lezione, di lavorare in team, di capire come focalizzarti sulle cose essenziali quando ricevi più stimoli di quello che riesci umanamente a gestire umanamente.
Tutte cose che non hanno a che vedere con quello che impari nel libri che ti danno all’università.
Adesso, o quelle cose le impari lì a 18 anni o le impari per conto tuo.
E se non le hai imparate a 40 anni, a quell’età ci sono ALTRI modi per farlo.
Secondo me a 30-40 anni bisognerebbe concentrarsi su altro.
Sul capire come ottenere risultati reali sul lavoro, creare la ‘propria cosa’ e la propria soddisfazione personale, la propria vita ideale. È proprio il gioco degli adulti. Se una laurea è un ‘ripiego’ e ti fa pensare che ‘dopo che ce l’avrai sarà tutto diverso’… beh… non è così.
Oltre a questo nel mondo del lavoro, a meno che tu non voglia fare il chirurgo o l’avvocato – insomma lavori dove ci sono gli ordini professionali una laurea è considerata assolutamente MENO importante di 20 anni fa.
Queste sono le mie riflessioni basate su una attenzione a ciò che funziona nel mondo reale.
La realtà è sempre maggiore della fantasia.
- Aprile 20, 2020 alle 11:04 am #170
Confermo e sottoscrivo anche le virgole
Nella mia “vita precedente” da informatico, per laurearmi sono stato costretto a studiare un sacco di roba che poi non ho mai utilizzato nella pratica lavorativa… e in più, ho imparato tantissimo dai vari capoprogetto che ho avuto e che, spesso, erano semplici diplomati ma che mi “battevano” a mani basse in ambito di competenze applicate (che poi, alla fine della fiera, sono quelle che contano davvero nel contesto lavorativo). Diciamo che mi accorsi presto che non conta quanto “sai” bensì quanto “sai fare”. E l’università, perlomeno ai tempi miei, puntava troppo al primo e poco al secondo.
Nella mia vita attuale da musicista e formatore/coach non ho titoli di studio paragonabili ad una laurea e simili, lavoro grazie alle mie competenze, alla mia esperienza sul campo (=gavetta) e una serie di altre skill. Ovviamente continuo a studiare ma mi dedico solo a ciò che mi interessa, che è compatibile con i miei interessi e che so che utilizzerò sul campo prima o poi, nei miei concerti o con i miei studenti.- Aprile 20, 2020 alle 5:07 pm #176
Allora…
il punto vero è che le università si sono trasformate negli ultimi 30 anni da erogatrici di formazione in enti prevalentemente economici.
Il nome è rimasto lo stesso, la funziona è assolutamente cambiata.
Non tutte le università ovviamente, o meglio non tutte nella stessa misura.E comunque come dici tu correttamente almeno fino a 15 anni fa chi usciva da scienze dell’informazione (Informatica) doveva imparare a sviluppare software dopo che si era laureato, chi si laureava in legge doveva (DEVE) farsi due anni di praticantato etc etc etc…
Il mondo del lavoro usa l’università come parcheggio per ritardare l’ingresso nella produttività di 4 o 5 anni.
Non tutte le facoltà, solito discorso.
Ma dove voglio arrivare.
Che conviene molto di più avere DA PRIMA le idee chiare su cosa si vuole fare e POI prendere una laurea se serve.
Le competenze reali (però devono essere REALI, non cazzeggio) se ci sono sono STRAPAGATE ovunque.Un mio amico a cui mancano 4 o 5 esami in statistica alla Sapienza di Roma adesso lavora come dirigente alla banca centrale UK.
Mai preso la laurea, e credo che neanche glie l’abbiamo mai chiesta.Un caso limite? Forse.
Non siamo tutti come il mio amico genio? Sicuramente.Però dovremmo tutti iniziare ad inquadrare il problema dalla giusta prospettiva.
Simone
- AutorePost
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