Brevissima nota introduttiva all’articolo, che ho scritto il 27 aprile 2018: sono Simone Pacchiele e trovi qualcosa su di me qui. Da circa 15 anni insegno e faccio ricerca nel Coaching, dal 2011 sono docente in Università Bocconi sui temi della performance e dell’empowerment.
Ti aspetto nel Gruppo Coaching Italia per discutere di questi argomenti.
Buona lettura.
A TUTTI I ‘MENTAL COACH’: I RISULTATI VERI HANNO BEN POCO DI MENTALE. SCOPRI COSA TI MANCA.
Il bravo coach ‘medio’ ti dirà che vincere è una questione di testa.
E magari se lo tatua anche addosso questo suo motto.
Magari è un coach che si occupa di performance, e sostiene che serve preparazione mentale per fare sport ad alti livelli.
In realtà non è esattamente così.
Per generare performance, e non solo nello sport, la chiave non è la ‘preparazione mentale.
Per quanto possa sembrarti strano, le moderne neuroscienze hanno invalidato dalla base la concezione per cui la mente è il ‘ponte di comando’ da cui si determinano tutti i risultati che ottieni.
E’ piuttosto il contrario, è il corpo che ha una grande influenza sul pensiero e sulle decisioni che sei in grado di prendere.
Per questo i ‘mental coach’ non potranno mai ottenere risultati duraturi e profondi.
Perché non è dalla mente che arrivano i risultati.
Vincere non è questione di testa. E questo vale per lo sport, per il business e per qualsiasi ambito della vita personale e professionale.
E’ questione di allineamento tra parte somatica e parte mentale.
E’ cambiare la propria ’embodied cognition’, come direbbero le moderne teorie cognitive.
I vecchi approcci cognitivi partono da una visione teorica in cui c’è una cesura tra percezione e il modo in cui pensiamo.
In realtà il modo in cui pensiamo, le decisioni che prendiamo, anche come interagiamo con gli altri sono tutte cose fortemente dipendenti dai processi percettivi e motori.
Da come sentiamo e da quello che sentiamo con il nostro corpo.
In altri termini tra processi cognitivi (le decisioni), processi percettivi (quello che senti) e processi motori (l’azione) non c’è una gerarchia per cui ‘la mente comanda’.
Non è che prima percepiamo, poi pensiamo come agire e poi agiamo.
Ma c’è invece una circolarità.
L’azione influenza la percezione ed il pensiero.
In poche parole…
Prima Agisci e quindi comprendi e decidi.
Quando riesci ad implementare queste idee e a potenziarle con un set di tecniche per la performance allineate…
i risultati arrivano molto velocemente…
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A presto,
Simone
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